Cinque
ragazzi e il progetto di una rivoluzione culturale: dietro Leila Bologna c’è
questo. Ispirata alle esperienze di Berlino e di Vienna, Leila è uno spazio dove si possono prendere
in prestito oggetti per evitare di doverli acquistare.
Il primo passo è quello
di portare gli articoli che si usano poco, mettendoli per un anno a disposizione di tutti i
tesserati; in questo modo si può accedere alla
“biblioteca degli oggetti”, per il prestito per un periodo da una
settimana a un mese. Il
pensiero alla base del progetto è la condivisione ma in discussione è l’idea stessa di consumo e di
possesso degli oggetti. Prendere in prestito rappresenta un vantaggio economico
perché non costringe all’acquisto di un bene che sarebbe usato in modo
sporadico o temporaneo.
“Faccio fatica a immaginare un utensile che
diventa spazzatura”, racconta Francesca Giosa, che fa parte del team dei
fondatori. “Credo che gli oggetti
portino con sé un pezzettino di storia di tutti coloro che li hanno posseduti.
È per questo che ho sempre preferito riparare piuttosto che buttare, scambiare piuttosto che comprare” aggiunge Filippo Sanguinetti, co-fondatore.
La biblioteca degli oggetti restituisce valore alle cose e da umanità all’idea di commercio,
è un’esperienza capace di generare rispetto per il bene comune e fiducia verso gli altri.
Presupposti di un modo rinnovato di intendere le relazioni di scambio e tra
consumatori.
Fonte: Leila Bologna
Volonwrite per Mezzopieno