Conflitti e guerre sono ancora presenti in diversi Paesi anche se il mondo è in pace da oltre 70 anni. La sensazione di conflittualità tuttavia è ancora elevata nonostante il numero di scontri armati sia in costante diminuzione da decenni.
Uno degli elementi principali per stabilire la propensione alla guerra e la bellicosità di una nazione è il numero di personale impiegato per la difesa e nel campo militare. I dati in questo settore sono estremamente indicativi e riflettono una decisa e costante diminuzione del numero di personale impiegato in maniera professionale nell’attività militare. Se negli anni ‘60 si calcolava ci fossero circa 8 militari ogni mille abitanti, nel 2010 questi erano la metà e oggi circa il 70% in meno. Nel computo è considerato non solo il personale di terra come i soldati ma anche quello addetto a ruoli di logistica, pianificazione, formazione e supporto tecnologico e dirigenziale. Questo conferma che anche i ranghi più elevati della guerra sono in diminuzione e le carriere sempre meno rappresentative delle funzioni assegnate ai cittadini nei diversi Paesi del mondo.
Gli Stati più militarizzati del mondo rimangono la Russia, i Paesi del medio oriente come Iran, Iraq e Afghanistan, il Vietnam, la Turchia, le due Coree, l’Eritrea, l’Angola, Israele e l’Egitto.
Fonte: Correlates of War;
International Institute for Strategic Studies
– 8 maggio 2018