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CHRISTIANA RUGGERI

per la campagna per la Parità di Informazione Positiva #mezzopieno

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Giornalista RAI Tg2 e scrittrice. Da sempre impegnata nella difesa dei diritti delle persone vulnerabili e degli animali. Ha scritto, tra gli altri, “Dall’Inferno si ritorna” (Giunti 2016) dove racconta il genocidio ruandese con uno sguardo di riscatto di chi ce l’ha fatta a sopravvivere.


 

Qual è per lei il ruolo dell’informazione sul benessere della società?

L’informazione contiene in sé la propria finalità: informare. E questo va fatto, sempre, correttamente. Bisogna distinguere, però, il ruolo di un telegiornale, da quello di una trasmissione o di un rotocalco. Da cui il fraintendimento più frequente: “I Tg danno solo ‘cattive’ notizie”. Non è così. I Tg danno le news principali. Aggiornate, ormai, in tempo reale. Spesso, purtroppo, non sono positive. Quello che potrebbe cambiare sono alcune trasmissioni. Per dare risalto ai colori del mondo e alla bellezza di certe storie, da cui siamo circondati. E di cui ci dimentichiamo…

 

Cos’è per lei una buona notizia?

Una notizia che infonde speranza, coraggio ma anche energia, voglia di fare. Storie di persone che hanno realizzato qualcosa di importante, per loro stesse o per il mondo, ad esempio. Così come le scoperte storiche, scientifiche, ambientali. Poi le storie di bambini e di animali: hanno la rara capacità di ricordarci le nostre priorità, con una forza dirompente.

 

Può il giornalismo rappresentare uno strumento per aumentare la fiducia e ridurre la conflittualità?

Certo. Chi informa e si rivolge al grande pubblico, deve avere la consapevolezza e la responsabilità delle parole che utilizza. Sempre.

 

Qual è il suo contributo per una buona informazione?

Ho la fortuna di lavorare per una grande testata come il Tg2 RAI, nella redazione esteri. Il primo dovere di un giornalista è la correttezza intellettuale. Ma quella vale sempre. Nella vita, nei miei libri, nei post sui social network: il messaggio che cerco di trasmettere è che il pianeta è di ognuno di noi. E va protetto. Rispettato, nel quotidiano. E questa cura, per se stessi, per gli altri, per l’ambiente è un insegnamento che deve partire dai banchi di scuola. In modo che per i bambini sia la normalità. I piccoli di questa generazione sono più ricettivi di noi….

 

Cosa vuol dire per lei vedere il bicchiere mezzo pieno?

E’ una forma mentis, uno stile di vita. Una scelta. Può suonare retorico ma lo penso: avere una figlia e una famiglia meravigliose (anche di quattro zampe) essere in salute, fare il lavoro che sognavo da piccola… Continuare a progettare da adulta. Guardare al domani con fiducia. Credere. Anche volendo, non potrei vedere la vita… mezza vuota.


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© MEZZOPIENO NEWS | TESTATA REG. TRIB. TORINO 19-24/07/2015

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