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ERNESTO SALERNI

Rete nazionale degli assessori alla gentilezza

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Sindaco di Orsogna (CH)

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Come mai ha deciso di istituire un Assessorato alla Gentilezza nel suo Comune?

Lo abbiamo fatto insieme al movimento Mezzopieno, perché vogliamo dare un’immagine chiara della nostra prospettiva di amministrazione. Per dimostrare in maniera tangibile la nostra predisposizione a trovare insieme soluzioni condivise, abbiamo voluto istituire un Assessorato alla Gentilezza che rispecchi quanto vogliamo essere disponibili al dialogo e alla condivisione.

Siamo anche capifila dei Comuni del Cammino della Pace, un cammino interculturale e religioso, perché camminare insieme predispone a comprendere meglio l’altro e quindi a far cadere le barriere innalzate da coloro che invece vogliono dividere.

 

Può la gentilezza diventare una buona pratica per migliorare la qualità della vita delle persone?
E come?

Certamente sì. E lo può fare fornendo la disponibilità a rapportarsi con gli altri. Dando la reale disponibilità a trovare soluzioni insieme, non rimanendo rigidamente sulla propria posizione, ma condividendo con tutti, superando barriere importanti come l’età, il sesso, l’appartenenza culturale ed etnica.

 

Quali sono le iniziative che si prefigge di realizzare questo nuovo assessorato?

Ne abbiamo iniziate alcune. L’8 di marzo inaugureremo una panchina color lilla con la targa dell’Assessorato
alla Gentilezza. Un segno che resterà tangibile agli orsognesi. Fin dalla costituzione dell’assessorato, fra i primi in Italia, stiamo cercando di dare un’impronta diversa a tutti i confronti fra cittadini e istituzioni, usando una più ampia capacità di ascolto e una predisposizione alla condivisione. Stiamo stringendo con i cittadini dei patti, su vari argomenti, sigillati da una stretta di mano, sempre con il sorriso sulle labbra.

 

Cosa vuol dire per lei essere gentile?

Per me vuol dire essere in grado di ascoltare l’altro – sia egli di qualsiasi cultura, religione e credo politico – e riuscire a trovare un’intesa su qualsiasi argomento, cercando i punti di contatto e condivisione rispetto a quelli di divisione e di contrasto. È qualcosa di concreto e di tangibile e di positivo.

 

Cosa significa per lei vedere il bicchiere mezzo pieno?

Per me è semplice perché sono un ottimista di natura, purtroppo o per fortuna. Sarà qualcosa di ereditato da mio padre e mio nonno, ma io guardo sempre all’aspetto positivo delle cose. Uno dei miei più importanti modi di dire è “ciò che avviene, conviene”, e nella mia vita questo è stato quasi sempre vero.

Leggi le altre testimonianze di Sindaci e Assessori che stanno lavorando per costruire comunità più umane e positive

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© MEZZOPIENO NEWS | TESTATA REG. TRIB. TORINO 19-24/07/2015
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