Lahore (Pakistan) 6 ottobre 2014: nel paese dilaniato dagli attacchi contro le minoranze religiose, un’associazione musulmana ha protetto con una catena umani di otre 300 persone una chiesa della capitale contro possibili attacchi terroristici. “Siamo pakistani, abbiamo lo stesso sangue”, dicono i promotori, che hanno già organizzato un’altra catena umana per il 13 ottobre. L’iniziativa, portata avanti dal gruppo Pakistan For All, favorevole al dialogo interreligioso, ha visto la partecipazione di un Mufti che ha letto alcuni brani del Corano sulla tolleranza e la pace, ed è stata applaudita dal sacerdote che stava celebrando la funzione, padre Nasir Gulfam. I due religiosi si sono stretti la mano mentre i partecipanti al raduno innalzavano cartelli con scritto “One Nation, One Blood” (una sola nazione, un solo sangue).
La catena umana di Lahore ha voluto inviare un segnale forte contro gli attacchi nei confronti dei cristani in Pakistan ed è la seconda organizzata da Pakistan for All: una simile iniziativa si era svolta infatti anche la settimana precedente a Karachi, all’esterno della chiesa di S. Patrick, e un’altra è già stata convocata attraverso facebook e twitter (hashtag #OneNationOneBlood) per domenica 13 ottobre a Islamabad, davanti alla chiesa Our Lady Fatima.
“I terroristi ci hanno fatto vedere cosa fanno la domenica”, ha detto in piazza il coordinatore dell’associazione, il musulmano Mohammad Jibran Nasir “e noi gli abbiamo mostrato cos’è per noi la domenica. Un giorno di unità”. Nasir, che ha lanciato il suo appello alla mobilitazione di Lahore attraverso i social media, ha poi guidato il corteo per le vie della città tra canti e danze.
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Fonte: The Express Tribune