UN IMPRENDITORE CHE ENTRA IN COMUNIONE CON I SUOI DIPENDENTI
“L’azienda è un luogo dove si trascorre tanto tempo, è una famiglia dove non si viene solo per lavorare ma dove si vive, si spendono tante energie e si fa qualcosa per il mondo”. Così Livio Bertola parla della sua azienda e del modo in cui intende il lavoro. Non un luogo in cui si produce solo ma dove si cresce e si condivide la volontà e il desiderio di costruire benessere, attraverso il proprio lavoro.
A Marene, In provincia di Cuneo, sono una quarantina i dipendenti che lavorano nella Bertola S.r.l e nella sua controllata HT-Italia. Fondata nel 1946 dal padre Michele per dare lavoro alle persone di una provincia agricola depressa dalla guerra, è la classica azienda di famiglia in cui oggi lavorano gli eredi giunti alla terza generazione. Un avvicendamento generazionale avvenuto in armonia grazie soprattutto alla condivisione dei valori prima ancora che degli obiettivi industriali. L’azienda fa trattamenti galvanici, una tecnica industriale che permette di ricoprire oggetti di metallo non prezioso con un sottile strato di un metallo più nobile per proteggerli dalla corrosione. I mercati di riferimento sono soprattutto quello automobilistico, motociclistico, sanitario, quello delle attrezzature sportive, di arredamento e le apparecchiature da intrattenimento.
Dopo una forte crisi aziendale negli anni ‘90, Livio Bertola decise di coinvolgere tutti coloro che lavoravano nell’azienda in un confronto per trovare un nuovo modo di proseguire l’attività. “Abbiamo incominciato a vederci una volta alla settimana in posti diversi per trovare specialmente i nostri dipendenti che sapevamo più in difficoltà. Ci vedevamo dopo cena e spesso arrivati a mezzanotte nessuno voleva ancora andare via. Dopo pochi mesi eravamo già più di cinquanta: lavoratori dell’azienda, amici degli amici, persone di altre religioni ed etnie, persone separate, vedove, musulmani, giovani emigrati del sud. Volevamo solo condividere preoccupazioni e gioie, ascoltarsi, vedere se c’era modo di aiutarsi”.
La Bertola ha superato la crisi rinunciando a un po’ di profitto ma non alle persone; oggi l’azienda affronta nuove sfide con una nuova voce inserita nei suoi obiettivi aziendali, “mettere al centro di ogni decisione la persona, i suoi bisogni e la sua storia anche personale. “Con i dipendenti della ditta si è stabilita una bella amicizia che continua fuori dall’orario di lavoro” racconta l’imprenditore. “Spesso vado a casa loro e mi interesso delle loro situazioni”. “Per me si tratta di essere fratelli e amici, anche tra colleghi, clienti, fornitori e anche tra imprenditori”.
Questo nuovo modo di vivere è stato positivamente contagioso e una scuola di vita per tutti, anche per la famiglia Bertola i cui figli nel corso degli anni hanno deciso entrare in azienda e di seguire le orme del padre. Con il tempo questo modo di intendere il lavoro ha coinvolto molti altri imprenditori che hanno incominciato a condividere gli stessi valori, un nuovo approccio alle persone, ai dipendenti ma anche il rispetto del concorrente, del fornitore e del cliente.
“Ho capito di dover utilizzare al meglio i talenti di ciascun lavoratore favorendone la creatività, l’assunzione di responsabilità e la partecipazione nel realizzare gli obiettivi aziendali, adottando particolari misure di aiuto per quelli che attraversavano momenti di bisogno. Il tutto gestendo l’azienda in modo da promuovere i profitti, destinati in pari grado alla sua crescita e alle persone in difficolta economica, privilegiando l’assunzione di persone anche quando la logica del profitto lo sconsigliava. “Io voglio molto di più dei soldi” aggiunge Bertola “voglio realizzare questi valori, voglio la Comunione con le persone”.
Dall’esperienza della Bertola è nata nel 2012 l’Associazione Italiana Imprenditori per l’Economia di Comunione, AIPEC, un movimento che promuove una cultura economica ispirata a gratuità e reciprocità, diffuso oggi in tutta Italia.
LE BUONE PRASSI MEZZOPIENO AL LAVORO
Dal programma Mezzopieno per l’organizzazione positiva del lavoro
IL COINVOLGIMENTO E L’APPARTENENZA
Il clima di lavoro è uno degli elementi da cui attinge più benessere il gesto lavorativo, ma anche chi viene in contatto con esso, e spesso può produrre effetti anche al di fuori degli ambienti in cui si realizza. Un luogo di lavoro amichevole e con un clima motivante, fornisce un presupposto fondamentale per dare valore alle molte ore che si trascorrono lavorando, per non cadere nell’alienazione. L’ufficio, l’azienda, il reparto e i loro ambienti, dovrebbero sempre essere il più possibile belli, comodi e accoglienti, elementi che non dovrebbero mai essere dati per scontati. Nello stesso modo anche i rapporti tra le persone che lavorano insieme andrebbero sempre curati con attenzione, rispettando i bisogni, favorendo le relazioni, il senso di appartenenza e la conoscenza reciproca.
L’esperienza della Bertola è un buona pratica che può essere adottata come prassi di valore. Si tratta in primo luogo di valutare una prospettiva che consideri le risorse umane come il bene principale. Gli esseri umani sono spinti ad esprimere il meglio di sé di fronte ad obiettivi intrinseci e non estrinseci. In altre parole, il corridore non corre per il premio che riceverà nel caso vincesse ma per il piacere di mettersi in gioco, di sfidare se stesso, di esprimere la propria eccellenza. In questo senso diventa cruciale che ogni dipendente si percepisca visto e ascoltato, e poi valorizzato nell’espressione dei propri talenti messi a servizio degli obiettivi aziendali. Un risultato raggiungibile innanzitutto attraverso un’attenzione specifica alla relazione e alla comunicazione interna ed esterna, all’osservazione e al confronto, con momenti dedicati e particolari attenzioni nella modalità di conduzione dei rapporti. L’altro elemento motivazionale ruota intorno alla partecipazione.
Prevedere una possibilità di condivisione delle difficoltà e delle strategie di soluzione, degli obiettivi e dei successi, consente di attivare un forte senso di appartenenza che incide sul coinvolgimento delle persone. Si tratta di incentivare il protagonismo aziendale che contribuisce a creare un clima aziendale positivo. Una gestione aziendale attenta diventa prolifica quando si pone come obiettivo primario quello di produrre innanzitutto benessere a tutti i diversi livelli in cui opera.
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Questa testimonianza appare su Mezzopieno News #24