Nell’anno passato l’Italia ha investito l’1,26% del prodotto interno nella ricerca, leggermente meno della media europea che è del 2%. Ciononostante la ricerca italiana rimane una delle più autorevoli e di successo al mondo e la settima nella classifica globale per impatto sullo sviluppo del pianeta.
La classifica dei migliori scienziati del mondo è l’Hirsch Index, l’indicatore elaborato dall’Università di S. Diego che misura la produttività della ricerca con fattori come il numero di pubblicazioni e le citazioni ricevute a livello internazionale.
L’Italia si distingue per la quantità e la qualità dei suoi scienziati che con le loro scoperte ed invenzioni hanno rinnovato tutti i settori della scienza, soprattutto quello medico, ingegneristico, in fisica e architettura. Il nostro paese supera anche nazioni che hanno investito in proporzione anche più del doppio, come Danimarca (3,06% del PIL, 14esima) e Svezia (3,30% del PIL, 11esima).
Nell’ultima sessione di grandi finanziamenti dell’European Research Council per progetti pionieristici e anticonvenzionali di grandi scienziati affermati, gli italiani si sono aggiudicati 31 grandi progetti, il secondo risultato in assoluto e circa la metà di essi ha trovato impiego nell’Unione Europea e negli Stati Uniti.
A parte i nomi noti come Antonio Zichichi, nella lista appaiono anche quelli di Umberto Eco e nomi forse meno conosciuti come l’oncologo Carlo Croce che guida la classifica italiana con oltre 160.000 citazioni scientifiche in tutto il mondo.