Una rivoluzione nella legislazione e nella antica struttura culturale indiana. Le donne, fino ad ora considerate inferiori e subordinate rispetto agli uomini, hanno ottenuto il riconoscimento ufficiale di uno status giuridico di uguaglianza nei confronti del genere maschile.
In una sentenza storica, l’Alta Corte di Delhi ha stabilito che una figlia femmina di una famiglia, in qualità di primogenita, può essere “karta”, il capofamiglia. Il risultato è quello di riconoscere i diritti femminili alla proprietà e di permettere il diritto ad un trattamento paritario nelle successioni.
Secondo una statistica della Thomson Reuters l’India è il quarto Paese più discriminate al mondo per le donne ed il peggiore tra i paesi industrializzati. Ancora oggi un importante strato della popolazione femminile non ha la possibilità di possedere un conto corrente bancario, non può guidare una vettura e non può esercitare decisioni o possedere denaro in famiglia. Le ragazze devono portare una dote per poter essere sposate e spesso sono vittime di violenze da parte del marito o della sua famiglia se non sono in grado di rispettare in tempo gli impegni finanziari presi nella trattativa pre-matrimoniale.
La norma più diffusa in India, prima dell’approvazione di questa sentenza, consentiva al membro più anziano della famiglia di diventare capofamiglia e si applicava al gruppo famigliare riunito dal contratto matrimoniale; per questo principio la madre del maschio diventava automaticamente proprietaria di tutti i beni della famiglia in caso di morte del figlio, escludendo in questo modo la vedova e le figlie femmine.
Fonte: The Hindu