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LUCA CIARROCCA

per la campagna per la Parità di Informazione Positiva #mezzopieno

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Giornalista, imprenditore del web e scrittore, ha vissuto per molti anni a New York dove è stato corrispondente di importanti quotidiani. Nel 1999 ha fondato il primo sito italiano indipendente di economia e finanza. Autore
dei best seller “I padroni del mondo” (Chiarelettere, 2013), Rimetti a noi i nostri debiti (Guerini, 2015) e Intervista sulla Cina (2018 Gangemi).

 


Qual è il ruolo dell’informazione sul benessere della società?

Il ruolo dell’informazione continuerà ad essere nei prossimi anni fondamentale per veicolare valori e visioni del futuro che possano ispirare, motivare e migliorare il benessere materiale e culturale di individui, famiglie e comunità. La sola informazione, tuttavia, non ha alcun potere specificamente positivo se l’ambiente circostante, il discorso pubblico prevalente, il dibattito politico mediatico, l’educazione e soprattutto la scuola, non sono stabilmente improntati agli stessi valori e visioni.

 

Può il giornalismo rappresentare uno strumento per aumentare la fiducia e ridurre la conflittualità?

Al momento non vi è alcuna speranza che in Italia il giornalismo sia lo strumento adatto per aumentare la fiducia e ridurre la conflittualità nella società e in politica. I grandi giornali sono quasi tutti controllati da editori che hanno interessi diversi, rispetto al fare informazione per migliorare il pubblico. I media (giornali e tv) hanno
come obbiettivo influenzare il potere, per cui (senza parlare della degenerazione di internet e dei social media) sono diventati i massimi responsabili della frammentazione e perfino dell’hate speech. Le testate e i loro direttori non operano seguendo un approccio “indipendente” alle notizie ma hanno una propria agenda e obbiettivi spesso occulti da perseguire. Il singolo giornalista poi, dipendente o collaboratore, per quanto serio, preparato e scrupoloso, deve obbligatoriamente adeguarsi all’ambiente professionale e ‘politico’ in cui lavora.

Come cambiare questo stato di cose? Se in Italia ci fossero in teoria 2-3 grandi testate indipendenti, o reti
televisive gestite con la professionalità, qualità e regole simili a quelle in vigore in UK alla BBC, ovvero senza il controllo del potere politico/economico ma gestite da Fondazioni con una missione più ampia e ‘universale’, allora il giornalismo indipendente potrebbe diventare il potente strumento (tipico del soft power) in grado di aumentare la fiducia dei cittadini al fine di contribuire a costruire una società e un mondo più giusti e migliori.

 

Cos’è per lei una buona notizia?

Una buona notizia secondo me deve avere essenzialmente una valenza etica, morale, di crescita personale o
collettiva per la società, altrimenti è una notizia come le altre. La buona notizia riguarda spesso un successo conseguito dopo molti sforzi (in rari casi casualmente) in vari campi come scienza, medicina, cultura, cosmologia, innovazione, ricerca, educazione ma anche sport, spettacolo, arte, letteratura ed economia.

 

Tre elementi essenziali di una buona notizia.

  1. Conferma e corrobora un sistema di valori, regole e principi che sono giusti, umani, riconosciuti e accettati dalla generalità delle persone.
  2. Migliora la percezione ottimistica, trasparente e di progresso del mondo e della specie umana.
  3. Rassicura e rafforza la fiducia nelle capacità dell’uomo, in modo che un individuo possa essere conscio di poter vivere una vita piena, soddisfatta ed etica.

 

Qual è il suo contributo per una buona informazione?

Cerco di puntare sulla qualità dell’informazione, la serietà delle fonti, lo studio e la ricerca in particolare nel mio campo, macroeconomia e geopolitica. Sui social media, oggi predominanti nel discorso pubblico e con una netta inclinazione purtroppo verso la negatività e la “divisività”, la mia regola è di non scendere mai al minimo comun denominatore più basso (insulti, appartenenza a fazioni e partiti, linguaggio non appropriato); cerco piuttosto di applicare ove posso il mio motto “capire per agire”. Negli articoli e nei libri che scrivo, poiché mi occupo appunto di temi di nicchia, cerco di fornire un quadro d’insieme e dettagli che siano il più possibile corretti, documentati e oggettivi, analizzando un fatto o un evento e fornendo i vari scenari alternativi (positivo, negativo, neutro). Insomma, non esiste una sola verità. Punto a muovermi in un ambito che in Italia non ha mai avuto spazio, il giornalismo “indipendente”, partendo dal presupposto che l’indipendenza di giudizio è una categoria dell’intelletto che precede la sfera della politica. Più in concreto, sul fronte delle iniziative da intraprendere, sto valutando il lancio di una Fondazione o Associazione che abbia come missione insegnare le basi dell’Economia e dell’Educazione Civica, nell’ambito del dettato costituzionale. Sull’insegnamento di queste due materie sia la scuola che l’università mostrano oggi enormi carenze, il che ha provocato una sorta di analfabetismo di ritorno nei cittadini, con effetti sulle scelte politiche (al momento del voto) e sulle scelte economico/finanziarie (bilancio familiare) di ciascun individuo e quindi della società. Si può e si deve fare molto di più.


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© MEZZOPIENO NEWS | TESTATA REG. TRIB. TORINO 19-24/07/2015
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