L’acquisto dell’abito da sposa è una spesa molto rilevante nel budget di una donna che poi dopo averlo indossato una sola volta, non lo userà probabilmente mai più. Quasi tutte le donne hanno di solito un vestito del loro matrimonio dimenticato in qualche armadio ad invecchiare alla polvere e alle tarme.
Per evitare che un oggetto così bello e costoso si perda nel tempo e per andare incontro alle giovani sposine, a volte obbligate a fare i conti con pochi mezzi finanziari, qualcuno ha pensato di farlo girare tra le donne, diventando un oggetto che riprende vita continuamente. Sono le suore di Cascia, in provincia di Perugia, che offrono alle future spose un servizio di beneficenza per dare un nuovo valore del matrimonio: trovare l’abito da sposa dei propri sogni, ma di seconda mano. Le monache di clausura raccolgono infatti gli abiti che tante donne donano al monastero per solidarietà e come segno di devozione a Santa Rita, patrona dei casi impossibili. Gli abiti da sposa sono conservati, ordinati per taglia e pronti per essere proposti alle donne che arrivano in cerca dell’abito tanto desiderato.Questa tradizione nasce in monastero negli anni ’50 in modo spontaneo grazie alle molte donne che dopo aver utilizzato il vestito, scelgono di restituirlo alle monache per metterlo a disposizione di un’altra sposa.
“Durante le prove dell’abito il clima che si crea è divertente, alcune ragazze rimangono entusiaste del primo vestito indossato, altre scelgono abiti molto diversi da quelli che avevano immaginato” racconta Suor Maria Laura.
Fonte: Monastero di Santa Rita da Cascia – 23 maggio 2019
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