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STEFANO LAMPERTICO

per la campagna per la Parità di Informazione Positiva #mezzopieno

Stefano Lampertico, milanese, classe 1967, laurea alla Bocconi in Economia Aziendale, una carriera tra impegno pubblico e giornalismo sociale, intraprende la professione come addetto stampa della Caritas Ambrosiana. Dal 2014 dirige il mensile di strada “Scarp de’ tenis”, progetto editoriale e sociale sostenuto dalla Caritas, per il quale nel 2017 ha intervistato Papa Francesco.

 



Cos’è per lei una buona notizia?

Una buona notizia significa raccontare una storia vera: nel flusso ininterrotto di informazione in cui ormai tutti viviamo, molte sono in realtà edulcorate. Diventa quindi una buona notizia quando ha in sé sfumature di positività, anche nel racconto di una storia difficile. Se ci sono, fra gli ostacoli, elementi di positività replicabili, allora quella per me è una buona notizia: la storia diventa un buon esempio per gli altri, una strada da seguire. Assume un doppio valore.


Qual è per lei il ruolo dell’informazione nel benessere della società?

È importantissimo, fondamentale. Il ruolo dei media a livello sociale è primario, essenziale. Non solo perché aiuta tutti noi a formarci il nostro bagaglio culturale e le proprie opinioni, ma anche perché, sul piano sociale, se le storie sono buoni esempi hanno ricadute straordinarie: ad esempio raccontare le buone storie sul welfare, può ispirare replicabilità in altri territori. Oppure raccontare modelli e storie di sviluppo, anche di altri paesi, può essere un volano di sviluppo e un modello replicabile anche per noi, per prendere ispirazione farci venire nuove idee.


Può il giornalismo rappresentare uno strumento per aumentare la fiducia e ridurre la conflittualità?

Si lo è, se viene rispettata la verità della storia che si racconta. Dovrebbe essere naturale per noi giornalisti, ma purtroppo in questi ultimi anni il nostro mestiere vive un momento complicato: spesso non si va più all’origine della storia, si lavora dai desk, da lontano, e non si rappresenta più il dettaglio. Inoltre il flusso ininterrotto delle notizie e con esso le fake news o gli haters sui social, rovina il pensiero e destruttura le storie che vengono riportare, oltre ad aumentare la conflittualità.


Qual è il suo contributo per una buona informazione?

Cerco di farlo tutti i mesi con il giornale che dirigo, Scarp de’ Tennis. È un progetto sociale e di informazione supportato da Caritas: la rivista viene venduta da persone senza dimora che, trattenendo una parte del prezzo di copertina, hanno la possibilità di iniziare a riacquisire il loro diritto di cittadinanza fondamentale. È un patrimonio di buone notizie, anche se le storie hanno sfumature difficili, perché i nostri venditori hanno tutti alle spalle storie che culminano in un riscatto dalla propria condizione di partenza.


Cosa vuol dire per lei vedere il bicchiere mezzo pieno?

È quando restituisci un pezzo di futuro a qualcuno che lo aveva perso. Se lo riesci a fare è un bicchiere super pieno.


Leggi le altre testimonianze per la campagna Parità di Informazione Positiva #mezzopieno

 

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