L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL LAVORO
L’automazione dei processi decisionali è in rapida espansione a seguito del fenomeno della digitalizzazione dei processi organizzativi nelle nostre società. Questa tendenza è resa possibile dall’informatizzazione dei nostri ambienti fisici, dalla diffusione della rete Internet, dalla enorme disponibilità di dati e dalla crescente adozione di mezzi di analisi molto potenti.
“I compiti delegati ai sistemi decisionali automatizzati sono ormai realtà estese a quasi tutti i settori e vanno dalla previsione della capacità di rimborso di un finanziamento all’identificazione dei migliori candidati per una posizione lavorativa, dal rilevamento delle frodi sociali alla pianificazione dei turni di lavoro in un call center o per fattorini e autisti” spiega Antonio Vetrò docente di Ingegneria Informatica al Politecnico di Torino, dove insegna Etica dei Dati e Intelligenza Artificiale responsabile.
Tutti questi algoritmi, normalmente, lavorano nella direzione dell’efficientamento. I vantaggi derivanti dall’utilizzo di questi sistemi riguardano non solo la scalabilità delle operazioni e la conseguente efficienza economica, ma anche l’eliminazione della discrezionalità degli operatori. “Una grande quantità di evidenze nella letteratura scientifica, tuttavia, mostra che i sistemi decisionali automatici, basando le loro decisioni su correlazioni statistiche, possono perpetuare le diseguaglianze esistenti nelle nostre società, discriminando sistematicamente le persone più deboli o appartenenti a gruppi minoritari”.
Questo fenomeno è definito discriminazione algoritmica. “Per evitare che le macchine impoveriscano la ricchezza della creatività umana occorre che tutti coloro che rientrano in un processo decisionale automatizzato, incluso chi sarà oggetto della decisione,conoscano le logiche di funzionamento degli algoritmi usati. Costruire e verificare insieme a tutti i portatori di interesse la logica di funzionamento di un algoritmo è un grande esercizio di partecipazione e democratizzazione dei luoghi di lavoro.
I sistemi decisionali automatizzati possono influenzare molteplici aspetti della nostra vita: “La loro potenzialità si espande in modo generativo quando è abbinata all’intelligenza umana e quando ne diventa un supporto piuttosto che un sostituto. Questa tecnologia è uno strumento di lavoro che può migliorare sia la produttività sia il benessere dei lavoratori, alla condizione che la sua immensa potenzialità sia utilizzata a servizio del bene comune e non per uniformare processi e comportamenti a modelli che premiano logiche di funzionamento e di resa che non appartengono alla varietà e alla bellezza umana”.
“Un sistema decisionale automatico può essere utilizzato per migliorare la gestione dei tempi e delle procedure al fine di abbattere il burnout piuttosto che per velocizzare un processo, oppure può facilitare l’individuazione e l’ottimizzazione di un talento di un lavoratore invece di spremere fino all’ultimo le sue energie per massimizzare il profitto” conclude Vetrò, ricordando che ognuno di noi ha le sue doti e la sua fantasia, sentimenti ed emozioni autonome che le macchine non potranno mai sostituire.
LE BUONE PRASSI MEZZOPIENO AL LAVORO
Dal programma Mezzopieno per l’organizzazione positiva del lavoro
LA COSCIENZA DELL’INTELLIGENZA
L’intelligenza artificiale potrà portare miglioramenti sensibili e veloci in molti settori, dallo sviluppo di una nuova generazione di prodotti e servizi alla migliore gestione dell’energia e del rapporto con la natura, da una maggiore salute pubblica a sistemi di trasporto più efficaci e sicuri, fino a prodotti e servizi su misura, più economici, più resistenti e meno inquinanti. Potrà anche facilitare l’accesso all’informazione, all’istruzione e alla formazione, aumentare sia la produzione che la qualità e risparmiare risorse.
L’aumento di produttività stimato grazie all’IA è tra l’11% e il 37% entro il 2035. Ma l’IA potrà soprattutto dare nuova spinta e motore alla democrazia, alla sicurezza, rinforzare elementi che la società necessita per crescere in armonia e per sviluppare il bene comune.
Nel 2023 il Parlamento europeo ha delineato la propria posizione con l’AI act, il primo insieme di regole al mondo sull’intelligenza artificiale. Ma se i legislatori stanno intervenendo per normare questa materia, rimane fondamentale che progettatori e utilizzatori dell’IA operino con particolare attenzione ai diritti fondamentali e al rischio della manipolazione della stessa. I valori su cui sarà importante basare lo sviluppo e l’applicazione di questa tecnologia sonogli stessi della società umana, la trasparenza, l’equità e la libertà. Come non si dovrebbe aver paura o pregiudizi perogni nuovo bambino che nasce o per le novità, anche con l’IA possiamo continuare a coltivare l’impegno e la speranza che il mondo sappia perseverare nella sua capacità di adattarsi, di migliorare e di creare, guidato da un’intelligenza universale che lo porta verso il bene e verso la sua realizzazione.
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Questa testimonianza appare su Mezzopieno News #50