
Un locale a misura di clienti non udenti e non vedenti, ma
anche per tutti quelli che vogliono condividere e sperimentare con loro un modo diverso di comunicare.
Il primo è stato il “Senza Nome” creato da un gruppo di
ragazzi sordi di Bologna per far interagire
i sordi con gli udenti e per metterli in qualche modo allo stesso piano in un
luogo in cui l’interazione fosse davvero possibile.
Per ordinare si può utilizzare il linguaggio dei segni oppure i numerosi
bigliettini posti in bacheca, si può scrivere su foglietti oppure ricorrere ai
gesti più comuni di comunicazione non verbale e se serve ci sono anche degli
interpreti. Il locale è estremamente vivace ed è molto frequentato, anche dagli
udenti.
L’”Altro Spazio” sempre a
Bologna, è nato in seguito per integrare differenti linguaggi, visivo,
tattile, verbale e non.
Per i non vedenti è stata creata una mappa tattile del locale
per orientarsi, mentre bicchieri e posate hanno posizioni, forme ed etichette
differenti così da poter essere facilmente localizzati. Per le ordinazioni i menù
sono in Braille e sono disponibili audiolibri, giochi e mostre tattili, cene ed
aperitivi al buio, corsi ed incontri di sensibilizzazione sul linguaggio, al
Braille e al Lis tattile.
“Ciò che abbiamo voluto
costruire è ciò che vorremmo ci fosse nel mondo, ovvero un ambiente adatto a
tutti, vedenti e non, sordi e non” spiega
Nunzia Vannuccini, la presidente dell’associazione Farm “un luogo in cui si possa avere un rapporto con l’altro e
vivere un’esperienza in cui ciò che bevi e che mangi passa in realtà in secondo
piano rispetto all’opportunità di comunicare in modi alternativi e di conoscere
nuovi linguaggi”.
Fonte: Senza Nome;
Altro Spazio