Nei cinquemila comuni più piccoli del nostro Paese vivono 11 milioni di persone, quasi il 20% della popolazione italiana. Dopo lo spopolamento degli anni del boom economico, la tendenza ha subito un’inversione e dal 2008 il numero di abitanti ha ricominciato a crescere. In 581 piccoli comuni l’aumento di popolazione ha sfiorato il 10%.
Paesini come Ostana in Piemonte, dopo la fuga verso le città, hanno puntato sul turismo ambientale e dai 5 abitanti degli anni ‘50 oggi sono arrivati a 50 e l’età media è poco sopra i 30 anni. In Sardegna, a Nughedu Santa Vittoria (OR), tutte le case sono state aperte e trasformate in ristoranti per turisti e il piccolo borgo ha organizzato un campus universitario per progettare nuove strategie contro la fuga dai piccoli paesi.
Dopo anni di impegno da parte dei sindaci e delle comunità locali, la legge Salva Borghi entrata in vigore l’11 novembre rappresenta un passaggio storico, come osserva Coldiretti: “tre piccoli comuni su quattro sono il territorio per gli allevamenti destinati alla produzione di formaggi o salumi italiani a denominazione di origine protetta (Dop) e nel 60% di essi si trovano gli uliveti dei pregiati olii extravergini riconosciuti dall’Ue". L’Associazione Nazionale dei Comuni Anci l’ha definita un vero e proprio cambio di tendenza.
La nuova norma garantisce in tutti i piccoli comuni il presidio degli uffici postali, il sostegno alla banda ultralarga, la stabilizzazione di scuole, strade e la tutela del territorio. I piccoli municipi rappresentano il 70% del totale dei municipi italiani e nell’ultimo anno hanno registrato un aumento delle visite del 12,5%, uno dei migliori anni di sempre.
Fonte: Ansa; La Stampa; Italia Oggi – 17 dicembre 2017