per la campagna per la Parità di Informazione Positiva #mezzopieno
Giornalista con lunga esperienza come redattrice ed inviata per Rai International, RaiNews24,
Avvenire, il Giorno, Italia Oggi, l’Indipendente e in radio in Dalla vostra parte. Cofondatrice di Giulia, Giornaliste Unite Libere Autonome, una rete che opera per un’informazione libera da stereotipi e per ruoli e presenze paritari delle donne nel giornalismo. Ha pubblicato, tra gli altri, Linguistica e folclore (Fabbri). Per trent’anni dirigente sindacale nazionale (vicesegretaria Fnsi, delegata Efj) e presidente del Fondo pensione di categoria; ora nel CG dell’Inpgi. Ha varato e presieduto la prima Cpo Fnsi.
Qual è il ruolo dell’informazione sul benessere della società?
Una società che non abbia consapevolezza di sé e delle dinamiche che la muovono non può essere una società che sta bene. Dunque, un ruolo primario e indispensabile.
Cos’è per lei una buona notizia?
È una notizia buona, cioè verificata, interessante, utile.
Può il giornalismo rappresentare uno strumento per aumentare la fiducia e ridurre la conflittualità?
Non credo che sia questo l’obiettivo del giornalismo. Può anche rappresentarlo, ma come conseguenza dell’induzione di una maggior consapevolezza nel corpo sociale.
Qual è il suo contributo per una buona informazione?
Risponde per me la mia storia professionale, faccio giornalismo da mezzo secolo, con scrupolo, tenacia, rispetto per la verità e per le persone; da quasi altrettanto mi occupo di sindacato di categoria, a tutela dei diritti dei colleghi e del buon giornalismo. Il mio impegno più recente, da otto anni, è l’associazione Giulia che presiedo in secondo mandato.
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