Gli scienziati e i biologi marini stanno rilevando da diversi anni un costante incremento di fitoplancton in molti mari del mondo ed in particolare nell’Oceano Artico.
La grande proliferazione di micro alghe è alla base di una catena alimentare che sta ripopolando l’Artico, sormontata da balene e orsi polari, ed ha incrementato la capacità dell’oceano di trasformare il carbonio atmosferico in materia vivente. Negli ultimi dieci anni, l’ondata di nuove colonie di organismi acquatici ha sostituito la perdita di ghiaccio marino come principale motore nell’assorbimento di anidride carbonica. Kevin Arrigo, ricercatore della Stanford University, ha affermato che la crescente influenza della biomassa fitoplanctonica potrebbe rappresentare un “significativo cambio di regime” per l’Artico, una regione che si sta riscaldando più velocemente che altrove sulla terra.
Gli scienziati dell’università statunitense hanno misurato la velocità con cui piante e alghe convertono la luce solare e l’anidride carbonica in zuccheri di cui altre creature si nutrono, rilevando che “Le quantità sono davvero importanti in termini di quanto cibo c’è per il resto dell’ecosistema. Uno dei modi principali con cui la CO 2 viene estratta dall’atmosfera”. Questa capacità dell’Oceano Artico è aumentata del 57% tra il 1998 e il 2018. Si tratta di un incremento senza precedenti per un intero bacino oceanico. La sorpresa degli scienziati è stata vedere che la produttività ha continuato a salire anche dopo che lo scioglimento è rallentato intorno al 2009.
“Il nostro studio mostra che il fitoplancton assorbe più carbonio anno dopo anno man mano che nuovi nutrienti entrano in questo oceano. Non ce lo aspettavamo ed ha un grande impatto ecologico”.
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Fonte: Stanford University – 10 luglio 2020
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