La buona notizia del giorno
Sette cavalli di Przewalski, noti anche come cavalli selvatici mongoli o takhi, sono stati reintrodotti nella steppa del Kazakistan, dove mancavano da almeno due secoli. Si tratta di un gruppo di sei giumente e uno stallone, provenienti dagli zoo di Berlino e di Praga. Questa reintroduzione è considerata un evento storico per la biodiversità: i cavalli di Przewalski sono infatti geneticamente distinti dai cavalli domestici, avendo una coppia di cromosomi in più rispetto ai cavalli comuni. Questi esemplari sono considerati gli ultimi cavalli veramente selvatici rimasti, nonostante alcune ricerche suggeriscano che potrebbero essere stati addomesticati migliaia di anni fa e che si siano successivamente inselvatichiti. Verranno monitorati per un anno in una riserva di 80 ettari per assicurarsi che si adattino al nuovo ambiente e alla convivenza reciproca. Durante questo periodo saranno sotto la sorveglianza da parte di un team di esperti che valuterà la loro capacità di resistere al clima rigido e di procurarsi il cibo autonomamente. Successivamente saranno rilasciati in natura.
La reintroduzione fa parte di un ampio progetto di conservazione della fauna locale portato avanti dall’Altyn Dala Conservation Initiative, una partnership tra ONG nazionali e internazionali e il governo del Kazakistan, impegnata a salvaguardare e ripristinare i diversi ecosistemi del Paese. I cavalli di Przewalski, insieme all’asino selvatico e all’antilope Saiga anch’essi reintrodotti in natura tramite progetti di conservazione, aiuteranno a mantenere la biodiversità fertilizzando il terreno con il loro sterco e disperdendo i semi delle piante, contribuendo così a rendere il territorio più resistente alla desertificazione e agli incendi.
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