La buona notizia del giorno ■

Negli ultimi mesi, l’Europa sta assistendo a un fenomeno senza precedenti: migliaia di ricercatori statunitensi stanno lasciando gli Stati Uniti per trasferirsi nel Vecchio Continente. Le cause sono principalmente legate alle politiche restrittive adottate dall’amministrazione americana, che stanno colpendo duramente il mondo della ricerca scientifica.
Tagli ai fondi per il clima, interferenze nei comitati etici e una crescente sfiducia verso la libertà accademica hanno spinto molti scienziati a cercare rifugio in ambienti più aperti e collaborativi. L’Europa, cogliendo l’opportunità, ha risposto con il lancio del programma “Choose Europe” per attrarre talenti internazionali, offrendo borse di studio, fondi di ricerca raddoppiati e supporto logistico per l’integrazione per facilitare l’insediamento di laboratori e progetti in Europa. Paesi come Francia, Germania, Italia e i Paesi nordici stanno diventando poli di attrazione per molti scienziati in fuga. La Commissione Europea ha registrato un boom di candidature ai bandi Marie Curie e Horizon Europe, segno di una fiducia crescente nella capacità dell’Europa di guidare l’innovazione globale.
Il Consiglio Europeo per la Ricerca ha ricevuto 4.807 domande, con un aumento del 22,4% rispetto all’anno precedente, che aveva già registrato un aumento del 13% rispetto a quello prima. Il maggior numero di candidature proviene dal settore delle scienze fisiche e dell’ingegneria (41%), seguito dalle scienze sociali e umanistiche (33%) e dalle scienze biologiche (26%). Le donne rappresentano il 43% delle proposte, il tasso più alto dal 2007. Secondo il Financial Times, oltre 2.000 ricercatori statunitensi hanno già avviato procedure di trasferimento verso l’Europa nel 2025.
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Per approfondire le fonti: European Research Council; Financial Times; Il Sole 24 Ore
Foto di Canva

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