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Negli ultimi anni, la popolazione di tonno rosso (Thunnus thynnus) nel Mediterraneo ha mostrato una sorprendente inversione di tendenza: da specie in pericolo a presenza massiccia. Secondo le stime della FAO i tonni sono triplicati nei nostri mari tra il 2010 e il 2020.
Questo risultato è il frutto di misure di protezione e gestione degli stock marittimi avviate soprattutto negli ultimi 15 anni. Le normative europee hanno regolamentato quote di pesca, calendari stagionali e ispettori a bordo, rendendo il tonno una delle specie più tutelate. La Commissione per la conservazione del tonno rosso del sud (CCSBT) è stata pioniera nelle strategie di cattura nella pesca del tonno con il suo piano per il recupero avviato nel 2011, quando la specie era in uno stato di grave sovrasfruttamento.
Due terzi dei tonni pescati provengono oggi dall’Oceano Pacifico, qui la Commissione per la pesca nel Pacifico centro-occidentale (WCPFC) ha svolto un’azione molto rigorosa nel garantire la gestione sostenibile delle principali specie commerciali di tonno.
Nell’Oceano Indiano, dove viene pescato il 23% del tonno mondiale, l’adozione, nel mese di aprile 2025, da parte della Commissione per il tonno dell’Oceano Indiano, di limiti di cattura per il tonno striato e il tonno obeso, ha segnato un ulteriore passo avanti verso un quadro di gestione efficiente e basato sulla scienza per i tonni tropicali.
Tra i traguardi raggiunti, la Commissione internazionale per la conservazione del tonno atlantico ha registrato il ritorno del tonno nelle acque del Regno Unito e dell’Irlanda dopo decenni di assenza.
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Fonte: FAO; International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas

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