Il 27 maggio migliaia di accademici israeliani hanno lanciato un appello urgente rivolto a tutte le università del loro Paese per fermare la guerra. Firmato finora da oltre 1400 docenti e dal personale degli istituti di istruzione superiore in Israele, il movimento ha coinvolto anche l’organizzazione Combatants for peace, formata da ex-combattenti israeliani e palestinesi che hanno lasciato le armi e che insieme si impegnano nella co-resistenza nonviolenta contro l’occupazione.

“Noi, membri del personale accademico e amministrativo delle istituzioni di istruzione superiore,
istruzione in Israele, vi invitiamo ad agire immediatamente per mobilitare tutto il peso del mondo accademico israeliano per fermare la guerra israeliana a Gaza. Gli istituti di istruzione superiore israeliani svolgono un ruolo centrale nella lotta contro la revisione giudiziaria.
…
Come accademici, riconosciamo il nostro ruolo in questi crimini. Sono le società umane, non
governi giusti, che commettono crimini contro l’umanità. Alcuni lo fanno per mezzo di
violenza diretta. Altri lo fanno sanzionando i crimini e giustificandoli, prima e dopo il fatto, e mantenendo il silenzio e mettendo a tacere le voci nelle aule dell’apprendimento. È questo vincolo di silenzio che consente che crimini chiaramente evidenti continuino senza sosta senza penetrare le barriere del riconoscimento.
Non possiamo affermare di non saperlo. Siamo rimasti in silenzio per troppo tempo. Per il bene
della vita degli innocenti e della sicurezza di tutte le persone di questa terra, palestinesi e
Ebrei; per il ritorno degli ostaggi; se non chiamiamo a fermare la guerra immediatamente, la storia non ci perdonerà. Non perdoneremo noi stessi. È nostro dovere agire per fermare il massacro; è nostro dovere salvare vite”