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In Cina 300 dighe e altrettante centrali elettriche sono state dismesse o demolite, liberando centinaia di chilometri del fiume Yangtze, il più lungo dell’Asia, che oggi può scorrere senza ostacoli come ha fatto per millenni, ripopolandosi di pesci precedentemente scomparsi nelle sue acque.
I lavori di ripristino ecologico su larga scala iniziati nel 2020 nel grande Paese hanno permesso all’habitat originario di riformarsi e consentito a molte specie acquatiche selvatiche, tra cui gli storioni dello Yangtze, di ricostituire il loro ciclo vitale e la loro proliferazione dopo essere stati dichiarati estinti in natura nel 2022. La popolazione naturale dello storione incominciò a diminuire drasticamente a partire dagli anni ’70, principalmente a causa della costruzione di dighe e dell’imponente sviluppo dell’industria navale nel fiume Yangtze.
Un team di scienziati dell’Istituto di idrobiologia dell’Accademia cinese delle scienze ha raccolto i dati di significativi segnali di ripresa dell’ecosistema idrico del grande fiume. I ricercatori, guidati da Liu Fei, ricercatore dell’istituto di Wuhan, hanno rilasciato due branchi di storioni dello Yangtze nel Fiume Rosso nel 2023 e nel 2024, monitorandone lo sviluppo. I pesci si sono adattati in breve tempo e con successo all’ambiente selvatico e stanno prosperando, allargando la loro popolazione e i loro territori su buona parte del grande fiume. Le azioni intraprese dal governo locale hanno inoltre severamente vietato l’estrazione di sabbia nei fiumi, nel tentativo di creare un ambiente più favorevole alla riproduzione degli animali acquatici e introdotto il divieto di pesca e altre misure di conservazione.
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Fonte: South China Morning Post

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