Dopo oltre due anni di spalti deserti per le regole anti violenza e le contestazioni dei club tifosi, lo stadio Olimpico di Roma è tornato a riempirsi per la semifinale di Coppa Italia tra Lazio e Roma. Una vittoria per gli ultras che hanno organizzato una reazione costruttiva alle nuove disposizioni e alle regole rigide: niente fumogeni, niente bengala, niente striscioni offensivi, niente minacce alle squadre, ma una tifoseria organizzata e solidale per evitare violenze e ridare uno spirito sportivo al calcio.
Il Derby di martedì 4 aprile ha abbattuto una barriera fisica da sempre presente allo stadio, ma soprattutto una barriera mentale: quella della separazione tra le due curve che ospitano le due tifoserie avversarie. Una vittoria del tifo organizzato, in particolare di quello romanista che dall’inizio della stagione 2015-16 aveva iniziato a disertare il settore senza mai cedere alla tentazione di rientrare. Il 4 aprile, al posto delle barriere che avevano spaccato in due le curve, sono comparse soltanto due file di steward che hanno verificato che i gruppi di tifosi non invadessero la curva opposta.
Togliere le barriere rappresenta una mano tesa ai tifosi, ma secondo i commenti raccolti tra gli spogliatoi anche “una prova di maturità”. Il risultato della partita? Niente incidenti, né dentro né fuori dallo stadio, e oltre 50 mila spettatori in festa.
Fonte: Roma Today – 5 aprile 2017