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IL MIRACOLO DEL NEPAL DOPO IL TERREMOTO

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A due anni dal grande terremoto che nel 2015 ha devastato il Paese, il Nepal si è reso responsabile di un vero e proprio miracolo, uno dei periodi di maggior sviluppo economico e democratico degli ultimi 20 anni.

Dopo il sisma che ha lasciato più di 8.000 morti e intere regioni in ginocchio, la ricostruzione si è messa in moto e grazie all’impegno e ad una serie di eventi favorevoli, il piccolo stato himalayano è ripartito con più slancio di prima.

L’Ufficio Centrale di Statistica ha valutato la crescita del PIL reale nell’ultimo anno del 7,5%, la più forte dal 1993 e quasi il doppio della media degli ultimi decenni. L’economia ha visto un grande sviluppo grazie alle tempestive e abbondanti piogge monsoniche, dopo due anni di siccità, con conseguenti ottimi raccolti e una migliore produzione di energia elettrica. Le opere di ricostruzione,

un aumento degli arrivi di turisti, una normalizzazione del commercio con l’India e la fine dell’embargo commerciale nel 2016, hanno fatto il resto. 

Paese dalla storia democratica complicata e turbolenta, Il Nepal è tornato nel mese di maggio al voto per le elezioni amministrative dopo 20 anni. Un passo cruciale che ha visto i votanti arrivare in massa ai seggi: con il 70% della popolazione sotto i 35 anni, per molti elettori questa è stata la prima volta. La grande partecipazione alla rinnovata vita politica, ha visto un numero di circa 50mila candidati, in un Paese con meno di 30milioni di abitanti, in buona parte analfabeti. Nella capitale Kathamandu la scheda elettorale è lunga più di un metro e comprende i nomi di 878 candidati.


Fonte: Kathmandu Post; The Economist – 17 maggio 2017

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