“So
cos’è la fame, l’ho sofferta anche io”: parte da questa premessa il
progetto Buslin di André Ndereyimana,
38 anni, burundese che vive a Piacenza.
Dopo gli studi
in agronomia all’Università di Gitega, una borsa di studio in Scienze e Tecnologie Agrarie all’Università di
Viterbo e una laurea da 110 e lode, torna in Burundi e lavora per una
confederazione di cooperative agricole.
Poi un’intuizione: acquista dei maialini e li affida a cinque famiglie
perché li crescano, torna in Italia per frequentare la Scuola di Dottorato per
il Sistema Agroalimentare Agrisystem della Cattolica e perfeziona l’idea
iniziale di un microprestito in natura e conoscenza. Nasce così un modello integrato che guarda a
tutta la filiera “dalla produzione al collocamento dei prodotti sul mercato,
senza tralasciare l’educazione alimentare, altro strumento fondamentale contro
la malnutrizione”.
Nel 2015 Buslin vince il “Dr. Start-upper” e con i 2000 euro del primo premio André
avvia la sua startup afro-italiana
a Bujumbura: l’azienda presta uno o più maialini a una famiglia contadina, le
fornisce l’assistenza di un veterinario, le vaccinazioni e le conoscenze per
allevare al meglio. In cambio, la famiglia si impegna a seguire le indicazioni di
Buslin, a fornire dati sulla capacità produttiva e a seguire un codice etico. Recuperato
l’investimento iniziale, si divide al
50%: la famiglia può ampliare l’allevamento e passare dalla sussistenza a
un’economia di mercato, mentre Buslin ha maialini o soldi da investire con
altri allevatori.
Sono oltre ottanta le famiglie coinvolte e sta già nascendo un maialino al giorno.