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ANTONELLA FERRARA

per la campagna per la Parità di Informazione Positiva #mezzopieno

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Giornalista e reporter. Ha collaborato con diverse testate nazionali per poi dedicarsi al giornalismo di inchiesta sociale. Redattrice di TV2000 per le trasmissioni L’Ora Solare e Siamo Noi, si occupa di dare luce e valorizzare le storie di riscatto e di successo con un attenzione particolare agli aspetti etici e alla narrazione che crei fiducia e benessere per il lettore.


 

Qual è per lei il ruolo dell’informazione sul benessere della società?  

È un ruolo fondamentale. Leggere storie positive, di gente che ce l’ha fatta o che si è inventata un modo per farcela, da la sensazione a chi legge che anche lui ce la può fare. È un esempio che deve passare.

 

Cos’è per lei una buona notizia?

È una notizia che ci fa emozionare, ci da la sensazione di possibilità, che migliora il nostro umore e ci fa vedere la vita da un altro punto di vista. Una notizia non deve essere a tutti i costi qualcosa di negativo ma può aiutarci a ispirare. Mi capita a volte che dopo che ho scritto un pezzo, una storia di integrazione o di accoglienza sono talmente contenta che non vedo l’ora di mandarlo ai miei amici e a tutti quelli che conosco per condividere la bellezza che contiene.

 

Può il giornalismo rappresentare uno strumento per aumentare la fiducia e ridurre la conflittualità?

Assolutamente si. Il giornalismo contribuisce a creare un’immagine del mondo e a costruire la nostra percezione della vita. Per questo le buone notizie sono fondamentali per non smettere di crederci e di impegnarsi. Qualsiasi storia, anche piccole cose. Dobbiamo ridurre la conflittualità e aiutare i lettori a capire che non esiste solo bianco e nero ma tanti livelli di grigio. Gli estremismi mettono le persone une contro le altre. Bisogna abbattere le barriere, soprattutto culturali e non normalizzare il conflitto e il litigio. Non possiamo accettare ne giustificare il fatto che siano abbassati i confini del pudore. Non sono d’accordo sulla provocazione per creare odiens, non è corretto alimentare questo circolo vizioso che poi influenza anche i comportamenti della società e della gente. I giornali hanno un ruolo formativo, culturale e non dovrebbero lasciarsi corrompere da un modo strillato di fare informazione.

 

Qual è il suo contributo per una buona informazione?

Cerco di essere più professionale possibile, con aderenza ai fatti in modo più obiettivo possibile ma anche selezionando le notizie. Faccio indagini su ogni notizia che racconto, sento le persone, mi reco nei luoghi. Mi è capitato di raccontare una storia di abuso e sono stata a trovare la vittima. In quel momento ho sentito di dare un contributo a chi ascoltava la storia ma anche chi la raccontava. Il modo di raccontare e l’approccio è fondamentale; io creo una relazione con le persone che intervisto e do tutto il mio rispetto, creando anche un contenitore che accolga la storia e la accompagni con gentilezza. Da quando sono arrivata a TV2000 sono rinata e ho cominciato ad amare profondamente il mio mestiere perché ho visto tanta professionalità e rispetto per le notizie e per le persone.

 

Cosa vuol dire per lei vedere il bicchiere mezzo pieno?

Significa cercare la positività, anche nei momenti difficili.

Sono considerata dai miei amici e colleghi una persona positiva. Quando si è senza sorriso si sta perdendo tempo. A volte le sciocchezze ci sembrano cose enormi ma dobbiamo cercare di dare un valore a tutto.


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