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GIAMPIETRO VECCHIATO

per la campagna per la Parità di Informazione Positiva #mezzopieno

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Esperto di relazioni pubbliche e comunicazione. Vice Presidente della Federazione Relazioni Pubbliche Italiana e Docente a contratto di Teoria e Tecnica delle Relazioni Pubbliche presso l’Università degli Studi di Padova, di Udine e alla IULM di Milano. Ha pubblicato diversi libri sulla comunicazione e le relazioni pubbliche.


 

Qual è per lei il ruolo dell’informazione sul benessere della società?

L’informazione ha la stessa funzione che il sistema circolatorio ha nell’organismo umano: apportare alle cellule dell’organismo tutti gli elementi nutritivi necessari al loro sostentamento e quindi alla sopravvivenza dell’intero sistema. Il sistema circolatorio ha anche il compito di trasportare l’ossigeno ma, in via inversa, di eliminare l’anidride carbonica (che risulterebbe tossica). Dai processi digestivi trasporta in tutti i tessuti i diversi nutrienti ma ha anche la funzione di eliminare gli scarti del metabolismo. Il sangue trasporta anche i messaggeri chimici, gli ormoni. Nella comunità l’informazione ha esattamente lo stesso compito, trasportare e mettere in circolazione tutte le informazioni utili e/o indispensabili per la sopravvivenza stessa del sistema. Aiutare la comunità nel
riconoscersi, nel pensarsi come un unico sistema interdipendente con altri sistemi. Favorire la conoscenza reciproca dei soggetti che vi fanno parte e la diffusione di una chiara e precisa consapevolezza di sè. Dare voce a tutti gli attori del sistema: ai vincenti e ai perdenti; ai forti e ai deboli (gli scarti); a chi la pensa come tutti ma anche a chi la pensa diversamente. Favorire il dialogo democratico e la comprensione reciproca. Dare un senso allo stare insieme.

 

Cos’è per lei una buona notizia?

Non esistono notizie buone o cattive. Esistono, da una parte, notizie date correttamente e, dall’altra, notizie false, ambigue, incomplete, manipolatorie. Con una precisazione. Ricordo quando l’ex amministratore delegato del
quotidiano La Repubblica, nel corso di una riunione a Roma, mi disse: “Ci vorrebbe un arresto al giorno! Quando viene arrestato un politico le nostre vendite quasi raddoppiano”. Eravamo nel pieno di Tangentopoli (e dei tanti disastri che ha provocato). Il giornale non ha obiettivi educativi. Il giornale ha un solo obiettivo ed è di tipo economico: i conti, o sono in nero (in utile), o sono in rosso (in perdita). Ecco perché c’è spazio solo per le notizie “cattive”. Solo le notizie cattive incuriosiscono; solo le notizie cattive fanno vendere.
Sta a noi lettori (telespettatori, ascoltatori, ecc.) obbligare l’editore a cambiare: cambiando canale, smettendo di acquistare un giornale, non mettendo “mi piace”. Dobbiamo chiedere ai mass media di dare rilievo a TUTTE le notizie che possono essere importanti per noi: sia a quelle brutte che a quelle belle. Onestamente va riconosciuto qualche piccolo passo avanti in questa direzione (soprattutto per raccontare storie di persone per bene!). C’è quindi un problema etico (come dare le notizie e rispetto del codice deontologico); ma c’è anche un problema culturale (raccontare “tutte” le notizie, non solo quelle che fanno vendere di più).

 

Può il giornalismo rappresentare uno strumento per aumentare la fiducia e ridurre la conflittualità?

Sicuramente sì.

Qual è il suo contributo per una buona informazione?

Ragionare e far ragionare. Dialogare e far dialogare. Ascoltare e dare spazio alle diverse visioni/posizioni. Abbassare i toni, sempre. Argomentare. Non farsi strumento di propaganda altrui. Interrogarsi e interrogare. Dubitare. Evitare e non alimentare dietrologie. Ricordare. Capire e farsi capire. Ammettere quando si sbaglia.
Mettere sempre il rispetto per l’uomo al centro del proprio agire. In altre parole comportarsi come una persona per bene!

Cosa vuol dire per lei vedere il bicchiere mezzo pieno?

Significa guardare alla vita con positività senza soffrire della sindrome di Polyanna.
Significa pensare alla qualità del mezzo pieno (cosa ci ho messo dentro?).
Significa pensare alla possibilità di poterlo riempire (cosa ci metterò dentro fino a riempirlo, responsabilmente e consapevolmente).


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