Una rete di sartorie solidali che crea lavoro e
progetti nel Nord e nel Sud del mondo. “L’idea – racconta
il promotore Giuliano Andreucci – nasce nel 2006 dopo un viaggio in
Brasile. Ho avvertito forte la sensazione di dover fare qualcosa per il
prossimo: ho scelto di farlo attraverso la mia qualità principale, ovvero
l’imprenditorialità”. Dopo aver letto il libro ‘Il banchiere dei poveri’ di
Mohamed Yunus, Premio Nobel per la pace, Andreucci ha avuto l’illuminazione: avviare
una rete di franchising solidale. Dal 2012 il progetto conta più di 60 negozi tra Roma e
provincia e ha dato impiego a tante donne, di oltre 20 Paesi, aiutandole a mettersi in proprio.
Quando si entra in un negozio Zyp, dalle inconfondibili pareti rosa
fucsia, si capisce che è qualcosa di più di una sartoria. C’è innovazione,
voglia di fare e di crescere, in un ambiente positivo e dinamico. I negozi in
franchising lavorano autonomamente, versando una piccola quota mensile alla Onlus
ZYP che in questo modo si
autoalimenta senza attingere da donazioni esterne. Questo consente alla rete di
progredire e finanziare progetti di empowerment femminile: in Italia, Nepal,
Ghana, Brasile, Etiopia, Egitto. “Il progetto che ci rende più orgogliosi –
sottolinea Andreucci – è a Kigali, in Rwanda. Qui 13 donne hanno avviato la
loro sartoria ZYP anni fa. La loro attività cresce e prospera sempre di più”.
Alla base dei progetti finanziati all’estero c’è la collaborazione con Onlus
locali o che hanno attività in quei Paesi, per una azione diretta sul
territorio.
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Fonte: Zyp Onlus – 11 settembre 2019
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