A quasi due anni dal lancio della più grande operazione di pulizia dell’oceano di sempre, la Ocean Cleanup ha portato a termine con successo la sua prima missione nel mare più inquinato al mondo. L’ambizioso progetto è stato quello di confermare che è possibile raccogliere la plastica, utilizzando le forze naturali dell’oceano presenti nella nel Great Pacific Garbage Patch, l’enorme isola di spazzatura galleggiante situato nell’Oceano Pacifico
Dal lancio del primo sistema di pulizia nel settembre 2018 e del secondo nel giugno 2019, l’organizzazione fondata dal 18enne olandese Boyan Slat, ha annunciato che il sistema ha raggiunto l’obiettivo di catturare e raccogliere tonnellate di detriti di plastica, dalle enormi reti fino alle microplastiche delle dimensioni di un millimetro. Il grande sistema di raccolta galleggiante si muove con le correnti con cui si muove la plastica, ma a una minore velocità per poterla convogliare nei suoi raccoglitori.
La Ocean Cleanup ha in programma di varare una seconda versione l’anno prossimo, più robusta e in grado di rimanere in mare più a lungo trattenendo tutta la plastica raccattata anche per un anno prima che una nave cargo la prelevi. Il programma è riuscito a creare una catena di valore e di sostenibilità che si basa sui detriti raccolti, con l’obiettivo di finanziare le operazioni di pulizia in maniera continua. Sta infatti iniziando a realizzare e a commercializzare prodotti sostenibili realizzati con i materiali raccolti dall’oceano. Si tratta della prima volta che si producono prodotti interamente realizzati in plastica prelevata dall’oceano.
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Fonte: The Ocean Cleanup; Ioan Panaite – 15 giugno 2020
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