La campagna vaccinale in Giordania è cominciata il 13
gennaio avviando l’immunizzazione degli operatori sanitari e di quella parte
della popolazione che è più a rischio, come i rifugiati. Una donna irachena,
ospite in un campo profughi a nord del Paese, ha ricevuto già nella
giornata di giovedì 14 gennaio la prima dose del vaccino.
“Ancora una volta la Giordania ha dimostrato una leadership
esemplare e solidarietà nell’accoglienza dei rifugiati. Il Paese ha incluso i
rifugiati in ogni aspetto della risposta sanitaria pubblica alla pandemia,
compresa la campagna nazionale di vaccinazione, dimostrando come si dovrebbe
agire se vogliamo mantenere tutti al sicuro”, ha detto l’Alto Commissario delle
Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi. “Faccio appello a tutti i Paesi
affinché seguano l’esempio e includano i rifugiati nelle loro campagne di
vaccinazione alla pari con la popolazione nazionale e in linea con i principi
di assegnazione del COVAX”.
Dei 78 Paesi che hanno cominciato le campagne
vaccinali, infatti, solo 39 hanno incluso nei loro piani i rifugiati. La
maggior parte di profughi, sfollati interni o apolidi risiedono in Paesi a
basso o medio reddito e sono stati identificati come prioritari per ricevere il
sostegno del progetto COVAX Facility, il piano di solidarietà che coinvolge
governi e case farmaceutiche affinché venga garantita la distribuzione dei vaccini
COVID-19 anche ai Paesi più poveri.
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Fonte: Organizzazione delle Nazioni Unite (UNHCR) – 14 gennaio 2021
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