Il rigetto nei trapianti può essere prevenuto ed evitato grazie a un nuovo esame che si può effettuare con un semplice prelievo di sangue. La scoperta è stata realizzata dai medici della Città della Salute di Torino e apre la strada a interventi più sicuri e con meno recidive.
Un paziente su tre rischia un episodio di rigetto acuto durante il primo anno successivo a un trapianto. La ricerca torinese ha realizzato un nuovo metodo di analisi per riconoscere il rigetto in anticipo, attraverso l’analisi del DNA del donatore che circola libero nel sangue del ricevente. “Nella nostra ricerca abbiamo dimostrando che l’aumento del DNA derivato dall’organo trapiantato nel sangue del ricevente è un biomarcatore specifico di rigetto. Il suo aumento è infatti correlato al danno delle cellule del trapianto, causato dalla risposta immunitaria del rigetto”, spiega Silvia Deaglio, medico del Servizio di Immunogenetica e Biologia dei Trapianti dell’ospedale Molinette. “Un semplice prelievo di sangue, al posto della più complessa biopsia endomiocardica, consente di riconoscere in maniera veloce e affidabile la presenza del rigetto nei nostri pazienti e di avviare precocemente le terapie per combatterlo", ha dichiarato Massimo Boffini, cardiochirurgo del Centro di Trapianto cardiaco universitario delle Molinette.
La Città della Salute di Torino è il primo ospedale per numero di trapianti eseguiti ogni anno in Italia e un punto di riferimento europeo nella ricerca, un’eccellenza che attira pazienti da tutti i Paesi dell’Unione Europea.
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Fonte: Città della Salute di Torino – 26 giugno 2021
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