Un supermercato alternativo a quelli tradizionali, gestito dalle comunità piuttosto che dalle imprese.

Hyperburgers è nato ad Eindhoven nei Paesi Bassi ed è gestito interamente da cittadini-consumatori che riforniscono gli scaffali con qualsiasi articolo desiderino portare. Si tratta di prodotti coltivati nel proprio orto o in orti comunitari, fatti o trasformati in casa, come conserve, marmellate ma anche spezie, sapone o candele, oppure scorte in eccedenza o oggetto di donazioni perché vicini alla scadenza. I prodotti possono essere offerti gratuitamente o ad un prezzo di vendita che copre i costi di produzione. Quando qualcuno acquista un articolo la transazione avviene utilizzando un sistema digitale peer-to-peer su smartphone che elimina qualsiasi intermediario.

Il supermercato non prende commissioni ma chiede ai clienti di restituire qualcosa in cambio in forma non monetaria. “Il dare non è quantitativo ma qualitativo: può essere un piccolo gesto come lavare un barattolo e riportarlo ma anche qualcosa di più grande come aiutare a cucinare qualcosa o impacchettare” spiega il sito del supermercato. Obiettivo è abbattere i rifiuti di imballaggio ed evitare gli alimenti eccessivamente trattati, trasformati con procedimenti industriali, frutti di monopoli dei semi, monocolture o prodotti provenienti da sfruttamento del lavoro.
Hyperburgers opera su spazi donati, senza costi di affitto. I salari per i lavoratori che facilitano le operazioni e garantiscono che le procedure di manipolazione degli alimenti siano seguite correttamente provengono da sovvenzioni governative. “Il cibo dovrebbe essere una risorsa civica piuttosto che un’impresa commerciale” racconta la fondatrice italiana Francesca Tambussi.

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Fonte: Hyperburgers