Con l’obiettivo di riportare i giovani alla natura e a impegnarsi nel mestiere antico del pastore è nata in Piemonte la prima scuola di pastorizia, una vera e propria accademia che punta a formare le nuove generazioni e a rinnovare e preservare la cultura dei territori.
In molte realtà rurali italiane la pastorizia svolge un ruolo di presidio territoriale, contrastando con la sua presenza i crescenti fenomeni di abbandono. Offrendo una forma sostenibile e autonoma di reddito, la pastorizia contribuisce a tenere vivi e produttivi i territori. Nonostante ciò, questa attività soffre di un importante problema di ricambio generazionale, perché attrae sempre meno giovani. Il settore presenta ampi margini di sviluppo, una buona resilienza anche in momenti di crisi e la capacità di permettere percorsi innovativi estremamente virtuosi.
La Scuola Nazionale di Pastorizia si pone come supporto attraverso il quale favorire la diffusione e lo sviluppo dell’allevamento estensivo degli animali in produzione zootecnica all’interno di una logica di multifunzionalità; attrarre risorse umane nel settore agro-pastorale e riqualificare quelle esistenti attraverso adeguati strumenti formativi; diffondere nella società la cultura legata al pastoralismo, salvaguardandone l’identità ed evidenziandone la modalità di gestione rispettosa dell’ambiente e degli equilibri ecologici.
La scuola è un luogo di innovazione sia tecnica che sociale, un cantiere dove scambiare informazioni, organizzare eventi, strutturare servizi di assistenza, promuovere iniziative di confronto e dialogo tra i diversi attori, quali parchi, veterinari, turismo, consumatori, aziende e amministrazioni pubbliche, in un processo di innovazione, condivisione e crescita partecipata.
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Fonte: Scuola Nazionale di Pastorizia
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