È a tutti gli effetti una piccola centrale fotovoltaica quella che il California Institute of Technology (Caltech) ha inviato con successo in orbita per garantire una futura fonte di energia pulita alla Terra.

L’impianto dimostrativo inviato nello spazio si compone di diversi moduli in grado di catturare l’energia solare e convertirla in frequenze radio, simili a quelle usate per trasmettere i segnali dei telefoni cellulari, per poi inviarla a lunghe distanze sotto forma di microonde innocue per l’uomo.

Dal momento che, nello spazio, l’energia solare è costantemente disponibile in quanto non soggetta ai cicli del giorno e della notte, alle stagioni e alle perturbazioni meteo, gli scienziati ritengono che il fotovoltaico spaziale possa raccogliere una quantità di energia otto volte superiore rispetto ai pannelli installati sul nostro pianeta.

L’energia trasmessa dal modulo che gli scienziati hanno battezzato Maple (che in italiano significa acero) è stata rilevata da un ricevitore posto sul tetto del campus Caltech di Pasadena, nella contea di Los Angeles. “Attraverso gli esperimenti che abbiamo condotto sino ad ora abbiamo avuto conferma che Maple può trasmettere energia con successo ai ricevitori nello spazio. Siamo anche stati in grado di programmare il modulo per direzionare la sua energia verso la Terra”, ha annunciato Ali Hajimiri, professore di Ingegneria Elettrica presso Caltech.

Diversi Paesi tra cui Cina, Giappone e Regno Unito nonché agenzie spaziali come l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) hanno dimostrato interesse verso il fotovoltaico orbitante finanziando progetti sperimentali destinati a lanciare nello spazio ulteriori pannelli negli anni a venire.

___________________

Fonte: Caltech