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L’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato la prima norma regionale che mira a proteggere i minori cresciuti in contesti mafiosi, offrendo loro una via di uscita dagli ambienti criminali.
La legge nasce da un protocollo ideato dal giudice Roberto Di Bella, già sperimentato in Calabria contro la ‘Ndrangheta e prevede interventi di sostegno sociale, non penali, per madri e figli che vogliono dissociarsi dalle logiche mafiose. Creando una rete integrata di Prefetture, tribunali, forze dell’ordine, servizi sociali e scuole, ha come obiettivi principali contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica, offrendo alternative di vita e riscatto sociale ai giovani che spezzano la trasmissione intergenerazionale della cultura mafiosa. “Liberi di scegliere è la prima legge della Regione Siciliana che combatte la cultura mafiosa, sottraendo i figli a un destino drammatico segnato dall’appartenenza ai clan, a volte revocando la potestà genitoriale” spiega il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici.
“L’amore per i figli è la chiave di volta che ha consentito a tante donne di superare sentimenti atavici di rassegnazione – ha detto il magistrato Di Bella – anche tanti detenuti ci stanno incoraggiando, alcuni dal 41bis. Tra Sicilia e Calabria siamo intervenuti su più di 200 minori e su 34 donne andate via seguendo i loro figli, ma abbiamo avuto anche casi di boss che hanno scelto di collaborare dopo il nostro intervento sui figli”. “Grazie al coordinamento previsto dal protocollo siamo passati da 11 procedimenti nel 2022 a oltre 150 nel 2025,” racconta la procuratrice Caramanna.
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Fonte: Assemblea Regionale Siciliana

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