La buona notizia del giorno ■

La Polonia ha approvato il 18 ottobre il divieto di allevamenti da pelliccia sul suo territorio, unendosi a una lunga lista di Paesi che hanno già adottato questo provvedimento.
Secondo produttore mondiale di pellicce dopo la Cina, con circa 3 milioni di animali uccisi ogni anno, la Polonia entra nel gruppo di oltre 20 Paesi europei che hanno messo al bando questa pratica. Dall’Austria al Regno Unito, dalla Norvegia all’Italia, la tendenza è delineata con chiarezza e “questa mossa potrebbe accelerare la campagna europea “Fur Free Europe” per porre fine all’allevamento di pellicce e bloccare l’ingresso di tali prodotti nel mercato dell’UE” secondo Anna Iżyńska-Tymoniuk del gruppo per i diritti degli animali Otwarte Klatki. In molti casi, gli allevamenti hanno chiuso prima ancora dell’entrata in vigore delle leggi, spinti da nuovi standard di benessere animale e da una crescente sensibilità sociale.
Anche fuori dall’Europa il cambiamento avanza, anche se più lentamente. Israele è stato il primo Paese a vietare la vendita di pellicce nel 2021, seguito da Nuova Zelanda e Giappone mentre in Canada e negli Stati Uniti alcuni Stati e province hanno introdotto divieti locali. La linea dell’Unione Europea è orientata verso il divieto totale dell’allevamento e del commercio di animali da pelliccia, sulla base di evidenze scientifiche e pressioni sociali. La Commissione Europea sta valutando una proposta formale, dopo il parere dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare del dicembre 2023 che ha concluso che le gravi compromissioni del benessere animale negli allevamenti da pelliccia non sono mitigabili.
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Per approfondire le fonti: Commissione europea; Polskiego Radio; ENPA Foto: di Canva

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