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I VIDEOGIOCHI DIVENTANO UNA TERAPIA

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La Computer Game Therapy (CGT) è una metodologia riabilitativa teorizzata da Antonio
Consorti circa 27 anni fa. Questa teoria fa uso delle tecnologie e dei videogiochi per la
riabilitazione di patologie della relazione, del
linguaggio e del pensiero. Ci sono diverse sedi, la più
importante si trova a Calcinate ed il primo
laboratorio fu realizzato nel 1999.

L’utilizzo dei videogiochi serve soprattutto per
avvicinare in maniera dolce e giocosa le persone con
disabilità alla riabilitazione e all’imparare ed inoltre a sperimentare i loro limiti. Inoltre i giochi
hanno delle capacità terapeutiche che vengono
utilizzate per aiutare i pazienti a prevenire o risolvere i disturbi di cui sono affetti. I benefici
sono molteplici, portano nuove emozioni, autostima ed una grande energia.
La CGT si basa sull’Intelligenza Emotiva (IE) e sul Quoziente Emotivo (QE) e può
essere applicata a tutte le fasce d’età e a tutti i tipi di disabilità, non solo psichica ma anche
fisica. Infatti sono i giochi che si adattano al paziente e grazie alla continua evoluzione delle
tecnologie si è migliorata l’esperienza e l’interazione, anche su
gravi handicap motori.
La CGT sostiene che “non c’è apprendimento se non c’è divertimento”, infatti si utilizza il
computer non solo come strumento di apprendimento cognitivo ma anche come strumento di
esperienza che porta ad un coinvolgimento emotivo tra l’operatore, la persona diversamente
abile e l’ambiente virtuale.
L’ambiente terapeutico deve avere infatti un contesto emozionale che conceda ampio spazio
all’evoluzione del rapporto emotivo con il mondo visto come vero motore della maturazione
affettiva e cognitiva del soggetto.
I video, l’audio e le immagini hanno grande importanza in quanto allenano i soggetti disabili a
riconoscere suoni dell’ambiente di vita quotidiana e a mantenere in attività il
cervello obbligandolo a una risposta continua.

Un esempio è l’utilizzo dell’abreazione, un concetto conosciuto dalla psicanalisi che permette di migliorare il controllo di esperienze
traumatiche; EbaViR (Easy Balance Virtual Rehabilitation) e che permette di migliorare
l’equilibrio e la postura dei pazienti con ABI (lesioni cerebrali acquisite); Evrest
che grazie alla riabilitazione migliora il recupero e il riacquisto delle funzionalità del braccio in
pazienti colpiti da ictus; Wii Sport utilizzato soprattutto nella popolazione anziana colpita da stati depressivi.
La terapia tenta di ricostruire un legame tra il mondo esterno e il paziente, per ricostruire una serena capacità di
relazionarsi.
I videogiochi e la realtà virtuale sono i principali soggetti di questi esperimenti perché stimolano
i processi mentali e ad ogni cambiamento di musica e di immagini le cellule cerebrali si attivano
creando nuovi collegamenti e di conseguenza nuovi gruppi neurali.

La terapia si svolge in un ciclo di 12 sedute è può essere singola, di gruppo o
familiare. Ha una durata di 45 minuti composti in 5 minuti di preparazione, 30 minuti di lavoro e 10 di scarico emotivo e
riepilogo della seduta. I migliori risultati si sono riscontrati
con la presenza di gruppi eterogenei (sia per la tipologia di
handicap che per il livello cognitivo e comunicativo) che
permette il miglioramento della capacità di relazione sociale
globale di tutti i membri.
Lo scopo di questa terapia è condurre il soggetto a riflettere sui processi cognitivi attivati
durante il gioco in modo da portare le abilità acquisite ad un livello di consapevolezza.

Un altro grande obiettivo è il progetto “La casa di luce”, il recupero di una centrale
elettrica dismessa per farla diventare un centro d’accoglienza gestito
completamente da disabili con mini appartamenti per ospitarli assieme alle loro famiglie
durante i cicli di Computer Game Therapy.
Oltre alla CGT, circa 8 anni fa il Dottor Consorti fondò la fondazione VI.RE.DIS (Virtual
Reality for Disability) che si occupa di applicare questa teoria. Antonio prese anche l’iniziativa
di creare delle olimpiadi virtuali (Kinewiiadi) ed
una piattaforma culturale che propone di
affrontare il tema della “diver-abilità”.
Questa fondazione si basa su 4 pilastri
fondamentali, per costruire un buon percorso
umano: Accogliere cioè abbracciare le persone
diversamente abili nella loro sofferenza, senza basarsi sull’origine, colore di pelle e
della sua credenza. Accogliere le loro difficoltà, ansie, dubbi, perplessità, ma anche i
loro sogni legati alla vita; Comprendere attraverso la sofferenza scopriamo di essere capaci di cogliere l’unicità
e la diversità, riuscendo così ad oltrepassare la paura ed i pregiudizi; Consolare: consiste in una passione rivoluzionaria e potente che cambia la vita di un
sofferente. Va sostenuta, capita ed amata perché ha un valore assoluto dell’esistenza
stessa; Costruire: E’ un progetto condiviso con le famiglie, che aiuta a realizzarsi
serenamente e riconoscere i propri diritti e punti di forza, oltre a creare un percorso di
vita più dignitoso, attraverso la collaborazione e il dialogo efficace.

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Articolo scritto dai giovani giornalisti gentili della Scuola IPC Bellisario, Mondovì (CN) classe 3A – gennaio 2021

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