In Pakistan la Corte suprema ha dichiarato illegale e discriminatoria la prassi di sottoporre al test di verginità le donne che denunciano una violenza sessuale.
L’antica pratica in uso nel Paese e in diverse altre nazioni del mondo è anche chiamata in gergo popolare “delle due dita” ed è un vecchio metodo della tradizione attraverso il quale si accerta l’integrità femminile in seguito a una presunta violenza sessuale. Secondo la giudice della Corte suprema del Punjab Ayesha Malik
che ha emesso la nuova sentenza, questa usanza è “invasiva e viola il corpo delle donne” ed è quindi da considerarsi fuori legge.
I test della verginità sono eseguiti in alcuni parti del mondo prima del matrimonio o in alcuni casi come requisito per ottenere un lavoro e sono spesso condotte contro il volere della donna. Una campagna avviata negli ultimi anni da diverse attiviste e giornaliste pakistane ha portato alla sensibilità internazionale questa pratica e chiesto la sua abolizione perché considerata irrispettosa della dignità. Questa sentenza rappresenta il precedente che entra a far parte della giurisprudenza per far sì che i test di verginità siano aboliti del tutto nel Paese.
Secondo il gruppo di attivisti War against rape, solo il 3% delle accuse di stupro termina con una condanna e le recenti manifestazioni hanno fatto sì che lo scorso 15 dicembre il governo pakistano approvasse una legge che inasprisce le pene per gli stupratori. Molte sanzioni simili sono state approvare anche in Bangladesh e in altri Paesi musulmani.
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Fonte: Al Jazeera – 5 gennaio 2021
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