Per la prima volta nella storia del Pakistan una donna è stata nominata giudice della Corte Suprema, uno degli organi più importanti dello Stato. Si chiama Ayesha Malik, ha 55 anni ed è una giudice attivista per i diritti umani, già nota per il suo impegno a sostegno della libertà delle donne nel grande Paese musulmano fortemente integralista.

Sposata, con tre figli, Malik è stata l’artefice dell’abolizione della legge sui test di verginità per le ragazze, pratica vietata dall’OMS che fino al gennaio 2021 è stata protratta in Pakistan obbligatoriamente nei confronti delle giovani donne per verificare la loro purezza. “Non è solo la prima volta che una donna ha un seggio nella Corte Suprema nella storia del Pakistan ma la sua nomina apre infinite possibilità per altre donne in campo legale”, ha dichiarato l’avvocato per i diritti umani Nighat Dad. Secondo Dad nel Paese la legge ha ancora “barriere immense per le donne e le comunità emarginate e Malik è la persona giusta per cercare di smantellarle”.

Nella sua carriera la giudice si è distinta per il suo importante lavoro sulla sensibilizzazione di genere per i processi giudiziari e ha redatto un manuale sulle leggi ambientali per facilitare i tribunali del suo Paese nell’affrontare le questioni legate alla natura e al clima. In Inghilterra e in Australia è stata autrice di diverse sentenze storiche in casi di diritto di famiglia riguardanti questioni di custodia dei figli, divorzio, diritti e protezione costituzionale delle donne in Pakistan.

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Fonte: Supreme Court of Pakistan; Nighat Dad

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