L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato due nuovi farmaci che riescono a ridurre del 42% il rischio di morte per i pazienti in stadio avanzato o non operabili. L’Atezolizumab e il Bevacizumab rendono meno letale le manifestazioni tumorali causate dell’epatite B e C, da cirrosi e altre malattie del fegato non operabili per cui solo un quinto dei pazienti è vivo a cinque anni dalla diagnosi.
“Sono i dati migliori finora ottenuti nella storia della terapia dell’epatocarcinoma e sono confortanti sotto il profilo di maneggevolezza e tollerabilità con ottimi risultati anche sulla qualità di vita dei pazienti – spiega Fortunato Ciardiello, Ordinario di Oncologia Medica dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli – L’interazione tra l’immunoterapia e la terapia anti angiogenetica rappresenta il nuovo standard terapeutico in questa categoria di malati”.
L’epatocarcinoma è uno dei tumori più aggressivi e una delle prime cause di decessi oncologici nel mondo. Ogni anno 1,8 milioni di persone muoiono a causa di questa malattia: in Italia, nel 2020 i nuovi casi stimati di tumori epatici sono stati 13.000 dove l’epatocarcinoma rappresenta il 75-85% delle diagnosi. Finora solo il 50% dei pazienti arrivava alla diagnosi quando ancora la patologia era curabile mentre per gli altri l’aspettativa di vita era molto bassa.
Fonte: Agenzia Italiana del Farmaco; Università di Trieste; Cancers; Roche

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