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È un atlante digitale quello che grazie al progetto NuragicReturn mapperà oltre 10.000 siti archeologici in Sardegna, costruendo la prima banca dati georeferenziata e corredata di rilievi topografici, fotografie e informazioni ambientali dell’isola. L’obiettivo è proteggere la civiltà nuragica attraverso un sistema integrato che consenta di monitorare i monumenti, valutarne lo stato di conservazione e pianificare azioni di tutela in caso di rischio idrogeologico o sismico e degrado ambientale.
Il progetto avviato dall’associazione La Sardegna verso l’Unesco, in collaborazione con il dipartimento DICAAR dell’Università di Cagliari, rientra tra le azioni di resilienza previste dal PNRR per la salvaguardia del patrimonio culturale. Al via una fase di sperimentazione nel 2026, con rilievi e schedature sul campo in aree campione. La coordinatrice scientifica, professoressa Maria Grazia Melis, ritiene che l’atlante fornirà inoltre strumenti utili alle comunità locali per valorizzare il territorio. La Duke University (North Carolina) collaborerà allo sviluppo di AIArcheoHub, un laboratorio dedicato all’uso dell’intelligenza artificiale per il riconoscimento automatico dei siti.
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Articolo di: Elisabetta Gatto
Per approfondire le fonti originali: Nuragic Return; La Sardegna verso l’Unesco
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