Yacouba Sawadogo è un
contadino analfabeta del Burkina Faso. Ha lavorato tutta la vita per salvare la
sua terra dalla desertificazione. Attraverso il perfezionamento di alcune
tecniche tradizionali di agricoltura, ha scoperto come sottrarre terreno al deserto
per farlo tornare fertile e produttivo.
In Africa lo chiamano
“l’uomo che semina gli alberi” perché ha fatto crescere una foresta mettendo in
pratica quella che lui stesso ha definito la Rigenerazione Naturale Assistita,
nella quale gli alberi spontanei sono protetti con tecniche manuali per
trattenere l’umidità nel suolo e rigenerare il terreno.
Negli anni Settanta,
anni di totale siccità, mentre i contadini fuggivano dalle campagne assetate, fece
il cammino opposto e reintrodusse lo Zai, un’antica tecnica tipica delle aree a
più bassa pluviometria: l’idea consisteva nello scavare buche nel terreno
arido e nel deporvi foglie secche, letame e termiti. Questo permetteva di
trattenere l’umidità e il terreno fertile per poi seminare cereali e alberi.
Così, sotto le mani di Sawadogo e dei contadini affamati, sono migliorati i raccolti (fino a 1.500 kg di miglio per ettaro anziché 500) ed è cresciuta la foresta.
Migliaia di famiglie
negli anni sono sopravvissute grazie alle sue tecniche: “Se si riesce a
produrre cibo a sufficienza, il paese si salverà” diceva. Per Chris Reji,
esperto internazionale della Rna, “Yacouba, ha avuto negli anni più impatto sulla
preservazione del Sahel di tanti gruppi di ricerca internazionali”.
Sabato 10 giugno
Yacouba Sawadogo ha vinto il premio internazionale Farmers Friend
nell’ambito di Bioeuropa 2017.
Fonte: Ansa – 10 giugno 2017