Mancano pochi giorni all’inaugurazione a Helsingborg, in Svezia, del Museo del Fallimento: un nome che potrebbe sembrare infelice, ma al contrario vuole restituire una nuova dignità a oggetti che non hanno avuto successo o sono stati dimenticati.
Trasformando in oggetti museali quelle che sono stati negli ultimi decenni curiose e fallimentari innovazioni commerciali, l’ideatore del museo, lo psicologo Samuel West, vuole offrire al pubblico un’originale esperienza educativa: la maggior parte dei progetti innovativi fallisce, dunque metterne alcuni in mostra suggerisce una riflessione sul rischio che ogni innovazione porta con sè e sulla necessità di passare attraverso i fallimenti per raggiungere il progresso.
La collezione consta di oltre sessanta prodotti e servizi di ogni angolo del mondo: alcuni sono esperimenti commerciali di cui ci si è volentieri dimenticati, come le lasagne surgelate prodotte dalla Colgate negli anni Ottanta (che evocavano probabilmente nel consumatore il gusto di dentifricio!) o la Coca Blak, un mix tra l’originale e il caffè, oppure il Twitter Peek, un dispositivo pensato unicamente per twittare. Di altri, come i Google glass, invece, non ci sarebbe aspettati il flop; altri ancora sono tentativi di innovazione usciti sul mercato ancora acerbo, come il Nokia N’Gage, oppure sono simboli di un’epoca ma non hanno saputo stare al passo con i tempi e riconvertirsi, come il DVD a noleggio di Blockbuster.
Infine, la Bic for Her, una linea di penne biro dedicate esclusivamente al pubblico femminile, con cui Bic commise un grosso errore strategico, arrivando a essere accusata addirittura di sessismo.
Fonte: Museum of failure – 20 maggio 2017