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I FILTRI ABBANDONATI DIVENTANO UN ACCESSORIO DI MODA

Nel mese di
Marzo sono comparsi a decine di migliaia sulle spiagge della Maremma, in
Toscana, provocando l’allarme delle associazioni ambientaliste ed occupando le
cronache a causa della loro provenienza misteriosa. Dopo alcuni giorni dai
primi rinvenimenti, la Guardia Costiera ha svelato il mistero rivelando che i
dischetti di plastica che stavano invadendo le nostre coste erano filtri per la
depurazione delle acque dispersi in mare alla foce del fiume Sele, in Campania.

Oggi, grazie
alla creatività di una giovane designer, i dischetti raccolti durante la
campagna di pulizia dei litorali lanciata da WWF sono diventati oggetti di
design. “Dopo averne raccolti tantissimi, vista la
mia propensione al riutilizzo, ho pensato di dar loro una nuova vita” – ha
dichiarato la designer tessile toscana Laura Rovida – “la loro struttura a rete
mi ha ricordato la struttura tessile dei tessuti garzati, dunque la cosa più
naturale era ricamarci. E ho pensato subito al fenicottero rosa, la mia grande
passione, la cui silouette ho riprodotto su ogni dischetto, ricamata in seta”.
La confezione delle spille è realizzata con l’interno dei rotoli di carta
igienica e carta da cucina, per lanciare un messaggio di coerenza su riutilizzo
e recupero degli scarti.

Il ricavato della vendita delle spille servirà a sostenere
le Oasi WWF di Burano e Orbetello.


Fonte: Il Tirreno; WWF – 8 Luglio 2018

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