Programmare digiuni periodici allunga la aspettativa di vita e aumenta la salute e il benessere fisico. Lo ha scoperto un team dell’Università John Hopkins del Maryland, negli Stati Uniti.
Il digiuno intermittente si realizza in due sotto-modalità: una alimentazione a tempo limitato che restringe i tempi di consumo del cibo a 6-8 ore al giorno, e il cosiddetto digiuno intermittente 5:2, in cui si consuma cibo regolarmente per 5 giorni alla settimana e non lo si fa per 2. Il team di scienziati guidato dal professor Mark Mattson, che ha studiato l’impatto sulla salute del digiuno per 25 anni, scrive che “L’alternanza tra i periodi di digiuno e di alimentazione favorisce la salute cellulare, probabilmente innescando un adattamento secolare a periodi di scarsità di cibo. Tale cambiamento si verifica quando le cellule consumano le loro riserve di combustibile a base di zucchero e iniziano a convertire il grasso in energia, inducendo un processo metabolico più lento”. Gli studi di Mattson hanno dimostrato che questo approccio all’alimentazione migliora la regolazione della glicemia, aumenta la resistenza allo stress e sopprime i processi infiammatori nel corpo.
La pratica del digiuno intermittente fa bene anche al cervello, uno studio clinico multicentrico condotto presso l’Università di Toronto ha dimostrato infatti che mantenere una dieta ipocalorica per due anni aumenta la memoria e la capacità cognitiva. Questa pratica richiede un po’ di tempo prima che il corpo si adegui “La sensazione di fame e irritabilità iniziale è comune e di solito passa dopo due settimane”, afferma Mattson.
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Fonte: John Hopkins University
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