Gli scienziati del Babraham Institute di Cambridge hanno scoperto una nuova procedura clinica capace di ringiovanire le cellule della pelle di 30 anni, grazie a una riprogrammazione genetica parziale che ne ha ripristinato la corretta funzionalità, portandole, di fatto, a svolgere le funzioni che erano in grado di svolgere nel loro stato giovanile.
La tecnica biomolecolare multi-omica è riuscita ad ottenere una riprogrammazione transitoria della fase di maturazione delle cellule attraverso l’uso di proteine Oct4, Sox2, Klf4 e cMyc, meglio note come ‘fattori di Yamanaka’ dal nome dello scienziato premio Nobel che le ha scoperte. Cellule mature e differenziate sono state trasformate in cellule staminali pluripotenti indotte, riacquistando così la capacità di produrre collagene, la principale proteina del tessuto connettivo di tutti gli animali. I ricercatori hanno testato questo processo su una ferita scoprendo che i fibroblasti ringiovaniti migrano verso il taglio più velocemente di quelli non trattati: un risultato estremamente significativo e promettente per la medicina rigenerativa.
“Applicando la riprogrammazione ai fibroblasti dermici da donatori di mezza età, abbiamo scoperto che le cellule perdono temporaneamente e quindi riacquistano la loro identità rigenerata di fibroblasti, possibilmente come risultato della memoria epigenetica dei potenziatori e/o dell’espressione persistente di alcuni geni” dichiarano i ricercatori di Cambridge. “I dati inglesi aprono una nuova strada. In futuro potremmo pensare di sfruttare il ringiovanimento cellulare per sviluppare trattamenti nuovi con cui rallentare o far regredire malattie che compaiono con l’età, come l’osteoporosi, il diabete e la demenza” ha dichiarato Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma Tor Vergata.
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Fonte: eLife Science; Ansa

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