A partire dalla rivoluzione industriale le emissioni di CO2 sono state strettamente correlate alla crescita economica. Più produzione e più ricchezza, più anidride carbonica inquinante generata. Questo binomio è stato storicamente relazionato con il maggior utilizzo di energia proveniente da combustibili fossili.

Questa costante durata circa un secolo e mezzo si sta interrompendo e lo sta facendo soprattutto grazie alla crescita stessa, cioè disaccoppiandosi sempre di più all’aumentare dei redditi. La crescita economica sta riducendo le emissioni e invertendo il rapporto. Il processo è più significativo soprattutto nelle economie a reddito più alto ma si verifica in generale in quasi tutti i contesti nazionali, consolidandosi a livello globale in un eclatante cambio di tendenza che è diventato evidente a partire dalla grande crisi finanziaria del 2008.

Le ragioni principali alla base del calo delle emissioni sono le politiche che gli Stati hanno adottato per dissociare l’uso dell’energia e la crescita economica. Negli ultimi 15 anni le campagne e i regolamenti mondiali stanno sostituendo i combustibili fossili con energia a basse emissioni di carbonio, realizzando una transizione energetica che sta dissociando la crescita dalle emissioni inquinanti. Questa riduzione delle emissioni è ancora più significativa se confrontata con l’aumento della popolazione e si verifica anche nei Paesi con economie manifatturiere in forte crescita come Cina e India. Anche le emissioni basate sui consumi – che si adeguano alle emissioni derivanti da beni importati o esportati – sono diminuite nella stessa misura a livello mondiale. Intanto il costo delle tecnologie a basse emissioni continua a scendere.

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Fonte: Ufficio Studi Mezzopieno – Guarda altri grafici

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