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LA RISCOPERTA DELL’ATTESA

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Se il tempo fosse denaro saremo tutti ugualmente ricchi, ma il tempo è molto di più: è soprattutto la cosa più equa che c’è. Il tempo non fa distinzioni, la differenza la fa il modo in cui esso viene vissuto. Gioie, dolori, affanni, attese e momenti, sono vissuti in modo diverso a seconda del valore che gli attribuiamo.

Aspettiamo il tram, il fine settimana, le vacanze, l’occasione buona, una promozione, un consenso, la felicità, ci prepariamo continuamente per qualcosa che deve arrivare. Ci aspettiamo che le cose accadano come le abbiamo immaginate e quando questo non succede ci sentiamo irrealizzati. Più attendiamo per raggiungere qualcosa, maggiore è la nostra aspettativa; più aspettiamo, più ci aspettiamo. Il benessere ci ha portato a perdere la capacità e il piacere di attendere, di stare nel dubbio e di essere delusi. Avere aspettative positive aumenta l’entusiasmo, il pericolo però è di peccare di un eccesso di ottimismo, che rischia di diventare illusorio. Aspettative troppo alte inoltre spesso ci impediscono di godere delle piccole cose incontrate nel cammino.

Siamo abituati a trovare la felicità nella realizzazione dei nostri obiettivi e proviamo frustrazione nell’attesa e negli insuccessi. Ci aspettiamo qualcosa da una persona, solo perché noi lo avremmo fatto. E di solito sono le persone a cui vogliamo più bene, quelle da cui ci aspettiamo di più. Questo atteggiamento però rischia di portare grosse delusioni.

L’attesa dà valore alle cose ma l’aspettativa è la peggiore nemica della felicità. Per questo, rivedere le aspirazioni e abbassare le pretese può portare equilibrio nelle nostre emozioni. I fallimenti sono parte inevitabile di ogni cammino. Il primo passo da fare è separare ciò che dipende da noi da ciò che non lo è; pretendere meno da ciò che non rientra nell’ambito del nostro controllo e non essere troppo legati alla fortuna. Spostare le aspettative più su ciò che ci compete e riconoscere nel contempo i nostri limiti.

È come continuare a giocare alla lotteria e abbattersi ogni volta che non si vince. La vita non è un gioco d’azzardo ma un campo aperto dove si raccoglie ciò che è stato seminato da noi ma anche da altri e dove si prepara il raccolto per ciò che sarà domani. Le stagioni portano il sole e le tempeste e noi come contadini raccogliamo ciò che cresce. La grandine e le cavallette arriveranno e sarebbe ingenuo pensare che non succeda. Impariamo ad aspettare anche il negativo e l’imprevisto. Cambiare il panorama, cambia il modo in cui si vivono i fallimenti e le delusioni. Rivedere il rapporto con le aspettative significa anche rispettare il tempo, non fare troppe cose insieme, dare valore anche alle attese, rispettare gli impegni, darsi delle regole per non farsi sopraffare dalle attività, dedicare più spazio alle relazioni piuttosto che alle azioni, non fare le cose di fretta, prendere il tram successivo invece di correre dietro a quello che sta passando e trovare il bello che c’è nell’attesa.

Molta gente si spende per realizzare obiettivi voluti da altri o dedica il suo tempo ad attività di cui non si sente realizzata. Dobbiamo crearci aspettative personali che ci offrano la certezza di poter essere felici con quello che abbiamo e che dipende da noi. Per molti di noi, rispettare l’immagine che gli altri hanno di noi e le aspettative nei nostri confronti, è un impegno gravoso. A volte la nostra immagine pubblica supera o offusca quella privata. Un buon equilibrio tra la realizzazione delle nostre aspirazioni e quanto gli altri si aspettano da noi è alla base della nostra serenità.

Allora viviamo con impegno e speranza la nostra vita e non aspettiamoci nulla. Aspiriamo al meglio, organizziamoci per il peggio e prepariamoci ad essere sorpresi.

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Luca Streri | Mezzopieno

 

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